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Mentre per la disposizione, insita in noi, di esagerar l'importanza di ciò che ci accade, Diana ingrandiva la sua facil vittoria, e il povero Eugenio Bardelli prendeva a' suoi occhi le forme d'un seduttore temibile, spuntava nel suo animo e si mesceva alle impressioni dolorose, inavvertito forse, non confessato certo, un sentimento diverso, quasi un risveglio di femminilit

Onde, perfido, avvien che t'è caro Il discorde voler, che in duo cor miri, Ir non mi lasci al facil guado e chiaro E nel più cupo e maggior fondo tiri; Da chi disia il mio amor tu m'allontani, E chi m'ha in odio, vuoi che adori ed ami!

75 La sua porta ha per ciascuna loggia, e tra la porta e ciascuna ha un arco: d'ampiezza pari son, ma varia foggia fe' d'ornamenti il mastro lor non parco. Da ciascuno arco s'entra, ove si poggia facil, ch'un somier vi può gir carco. Un altro arco di su trova ogni scala; e s'entra per ogni arco in una sala.

Più facil fia che di mia mano uccisa la gente sia, che è dentro a queste mura, che mi veggi fuggire, o in altra guisa alcun possa notar ch'abbi paura. Vo' uscir di giorno, e sol per forza d'arme; che per ogn'altro modo obbrobrio parme.

Allor si fu che a visitare assunse Il tugurio di gioia derelitto; Allor si fu che più desìo la punse Di commoversi al gemer dell'afflitto; Allor, com'angiol, fra i sospiri giunse Di tapine espïanti il lor delitto; Allora, insieme a facil don, largiva Fatiche, ambasce, carit

DON FLAMINIO. Facil cosa è ingannar un altro, ma ingannar se stesso è molto difficile.

Sempre lo stesso autore nei suoi versi parla di un signore che essendo andato a cercare fra queste donne facil conquista, la notte, mentre dormiva a pugni chiusi, ubbriaco di vino e di eccessi, fu dalla bella rubato e per compenso ne ebbe quale imperituro ricordo... la sifilide. Cosa che ai nostri giorni non è certo più rara!

Cirno son io: de l'onda Che mi flagella i liti, Qual d'armonia gioconda, Serbo nel seno i liberi ruggiti; D'odio, d'amor, di sdegno Facil s'accende il petto; Pronto il braccio e l'ingegno Al par del mio moschetto! O madre Italia, e vuoi Che da te svelta io giaccia? Ch' io non aduni ai tuoi I miei sensi, i miei fati e le mie braccia? Chiedi gemme e tesori? Gemme e tesori ho anch'io: Gemme?

Onde facil ci fia, in questo suo amorazzo, condurlo a quel che noi piú vorremo. LIDIO. Ah! ah! ah! Io sono per morir delle risa. Ma dimmi: credendo esso che io sia femina, e maschio essendo, quando esso fia da me, come anderá la cosa? FESSENIO. Lassa pur questa cura a me, ché tutto ben si condurrá. Ma oh! oh! oh! Vedilo . Va' via, ché teco non mi veda. CALANDRO, FESSENIO servo.

Un altro dotto, Michele Barbi, sventò tali censure e con la virtù della sua dialettica, n'ebbe facil vittoria.