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Aggiornato: 9 giugno 2025


Fu una sera d’ebrezza, e l’alma mia N’è piena ancor.... La sua voce era disuguale, talvolta stridula, ma spesso poderosa, acutissima. Produsse nel pubblico un effetto singolare, dopo il miagolio tenero di Tilde. Subitamente il pubblico si divise in due fazioni: le donne stavano per Tilde; li uomini, per Leonora. A’ vezzi miei resistere Non è si facil giuoco....

Ben mi duol c'hai troppo onorato boia, che troppo lieve e facil morte fai; che mani e pene io non so nefande, che fosson pari al tuo peccato grande. 72 Mi duol di non vedere in questa morte il sacrificio mio tutto perfetto: che s'io 'l poteva far di quella sorte ch'era il disio, non avria alcun difetto.

Egli lasciò cader la domanda. Soffriva acerbe torture. I discorsi della Teresa avevano inasprito la sua gelosia. Quelle febbri dei sensi le facevano orrore, ma ella confessava d'averle provate e le aveva provate con un suo rivale... Vergalli non pensava in quell'istante a ciò che la Teresa aveva dato a lui solo e ch'ella mostrava di pregiar sopra tutto; pensava a ciò ch'ell'aveva dato all'intruso, al giovinetto cinico e audace al quale era bastato presentarsi per vincere e che ora forse ingannava i lunghi ozi del suo bastimento vantandosi della facil vittoria. Perchè, in verit

CALANDRO. E dove si scommette l'omo? FESSENIO. In tutti e' luoghi ove tu vedi svolgersi: come qui, qui, qui, qui... Vuo' lo sapere? CALANDRO. Te ne prego. FESSENIO. Tel mosterrò in un tratto, perché è facil cosa e si fa con un poco d'incanto. Dirai come dico io; ma in voce summissa, per ciò che, come tu punto gridasse, tutto si guasteria. CALANDRO. Non dubitare.

Facil ti fu ingannare una donzella di cui tu signore eri, idolo e nume, a cui potevi far con tue parole creder che fosse oscuro e freddo il sole. 40 Crudel, di che peccato a doler t'hai, se d'uccider chi t'ama non ti penti? Se 'l mancar di tua leggier fai, di ch'altro peso il cor gravar ti senti? Come tratti il nimico, se tu dai a me, che t'amo , questi tormenti?

50 Di queste speme Amor ordisce i nodi, che d'altre fila ordir non li potea, onde mi piglia: e mostra insieme i modi che da la donna avrei quel ch'io chiedea. A succeder saran facil le frodi; che come spesso altri ingannato avea la simiglianza c'ho di mia sorella, forse anco inganner

Voi del re Carlo Magno e imperatore di cavalier di camera nel posto siete, e persona pubblica; io signore privato son: sicché tutto all'opposto. S'io v'ammazzo, vedete in qual errore di lesa maestade incorro tosto. Nessun mi può salvar dalla rovina del fisco e della morte repentina. Se voi mi trafiggete, io son privato: v'è assai piú facil rattoppar la cosa.

1 Ingiustissimo Amor, perché raro corrispondenti fai nostri desiri? onde, perfido, avvien che t'è caro il discorde voler ch'in duo cor miri? Gir non mi lasci al facil guado e chiaro, e nel più cieco e maggior fondo tiri: da chi disia il mio amor tu mi richiami, e chi m'ha in odio vuoi ch'adori ed ami.

DON FLAMINIO. Presto: come la guadagnaremo? PANIMBOLO. Ancora non avemo cominciato ad ordire, e volete la tela tessuta! qui bisogna tanta fretta, ché la fretta è ruina de' negozi e le subbite resoluzioni son madri de' lunghi pentimenti. Sappiate che non è piú facil cosa che guastar un matrimonio prima che sia contratto: uno solo sospetto scompiglia il tutto.

DON IGNAZIO. Che un uomo possi ingannar un altro è facil cosa ma se stesso è difficile: ché quel che vidi, molto chiaramente il viddi, e per non averlo veduto arei voluto esser nato senz'occhi. EUFRANONE. Lo vedeste voi a lume chiaro? DON IGNAZIO. Anzi a nimico spettacolo rimasi senza lume! EUFRANONE. Gran cose ascolto!

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