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Aggiornato: 19 luglio 2025


LAMPRIDIO. Amico, se mai mi facessi piacere, vattene, lasciami qui solo, lasciami sfogare e dolere a modo mio. GIULIO. Non è vergogna qui nella strada publica dolersi come figliuolo? Andiamo a casa, serratevi in una camera e qui a vostra posta doletivi quanto vi piace. LAMPRIDIO. in casa vostra in Napoli starò un sol punto; andrò a farmi monaco per disperato in un eremo.

Oimè! ch'io ne so tante de queste cose e ne cognosco tanti di questi tali, per quel poco ch'io ci sono stata in questa terra, ch'io potrei, mentre che vo per la strada, aditargli e mostrar cosí: Ello n'è l'uno; ed ella l'altro, colá. E chi piú di questo sciagurato del mio patrone meritaria che la moglie gli facessi vergogna?

GULONE. A tuo dispetto, or vo ad un banchetto in casa d'un amico. Io vi saluterei, signora, se non facessi il contrario, perché ogni salute e ben ch'io spero, non può venirmi altronde, se non da lei. Ma faccivi Idio cosí lieta e contenta, come v'ha fatto la piú bella e graziosa dell'universo. SULPIZIA. Rendati Idio cosí infelice e disgraziato, come tu hai me reso infelice e disgraziata.

Signor giudice, proruppe Monti passando dall'umiliazione allo sdegno, io posso confessare le mie azioni, ma non quelle degli altri. Se così facessi, io mi renderei un vil delatore! Ma io vi prevengo, figlio caro, che la vostra confessione non può valer nulla, proprio nulla, vedete, se non è piena ed intera; e, come vi ho detto, non può chiamarsi tale se non dite anche i nomi dei vostri compagni.

Ond’io volgevo tra me stesso il pensiero di conoscere Pastora Imperio, benchè non sapessi come avrei potuto sfuggire alla involontaria vigilanza de’ miei nuovi compagni. Ormai avevamo presa l’abitudine di passare tutte le serate insieme; spesso pranzavamo alla medesima tavola, poi andavamo allo stesso teatro; si cominciava e si finiva il gioco alle medesime ore; una lieta cena chiudeva le nostre lunghe fatiche, poi, verso l’alba, tornavamo all’albergo insieme. Lord Pepe, con molto spirito, non si mostrava punto geloso; anzi aveva l’aria di permettere ch’io facessi alla sua bella compagna un briciolo di corte. Questo fatto lo dispensava da una quantit

E se invece la piantassi? Se non mi facessi più vedere da lei?... così alla chetichella, senza dirle nulla, all'inglese?

CINTIA. Madre mia, se tu facessi questo, mi condurresti ad uccidermi con le mie mani per disperata e mi faresti perder la vita e l'anima insieme: però ti prego che non cerchi ingannarmi con farmi restar in vita, ché privandomi di ciò mi privaresti di una giocondissima morte e col volermi esser pietosa m'usaresti opra di crudeltade.

SIMBOLO. Stimava che, la notte come madre de' pensieri avendovi meglio consigliato, foste mutato di parere. DON IGNAZIO. Piú mi ci son confirmato. SIMBOLO. Frenate tanto sdegno che impedisce il dritto della raggione, ché le vostre parole potrebbono cagionar qualche gran scandolo. DON IGNAZIO. Che vorresti dunque che facessi?

Il denaro l'aveva alla Cassa di risparmio, e tratto tratto veniva da me col libretto, perchè facessi il conto, a che somma era salito il suo capitale coll'aumento dei frutti. Bastava che potesse contare una lira più della volta precedente, per essere contentissima. Diceva: È la dote del bersagliere. È il tesoro del bersagliere. Tutto quello che ho è per lui.

Il conte Luca montava su tutte le furie e non aveva torto. Cosa mi venite a parlare di sior Bortolo? Volevate ch'io facessi la parte di quel furfante?

Parola Del Giorno

serafica

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