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Sui lembi del cielo errava il suo sguardo, così come errava la sua mente perduta nei ricordi, vaneggiando dietro il filo fantasioso che riunisce una nuvola al colore di un abito, al profilo di un volto conosciuto, ad una iniziale; per cui rinascono all'improvviso memorie disparate, e scene e detti; e si riodono suoni di voce dimenticati.

Fra le rare persone la cui compagnia egli talvolta non disdegnava, il conte Giulio di Verdara occupava il primo posto. Era un carattere, nelle sue manifestazioni esteriori, perfettamente opposto a quello di lui; ma, sotto al sorriso canzonatore che gli errava sulle labbra, dietro le professioni di scetticismo egoistico, si nascondeva un gran fondo di bont

Quand'io mi sentii solo nel mondo solo, fuorchè colla povera mia madre, lontana e infelice essa pure per me m'arretrai atterrito davanti al vuoto. Allora, in quel deserto, mi s'affacciò il Dubbio. Forse io errava e il mondo aveva ragione. Forse l'idea ch'io seguiva era un sogno. E fors'io non seguiva una idea, ma la mia idea, l'orgoglio del mio concetto, il desiderio della vittoria, più che l'intento della vittoria l'egoismo della mente e i freddi calcoli d'un intelletto ambizioso, inaridendo il core e rinegando gli innocenti spontanei suoi moti che accennavano soltanto a una carit

E la mia fantasia andava più oltre; errava di paese in paese, di citt

Nuove lotte. Pallido, la fronte corrugata, gli occhi stanchi, don Giorgio Castellani errava per la campagna, come un'anima in pena. Non parlava con nessuno, o pronunciava soltanto le parole necessarie. In casa, solo con Cristina, si forzava a parere calmo; le insegnava a leggere e a scrivere per ingannare il tempo e se stesso. Poi si chiudeva nella sua camera col pretesto di un urgente lavoro.

A queste parole, uno sbadiglio che errava sulle labbra di Ramengo, si convertì in un Oh! e sentendosi tutto rimescolare, balzò in piedi di scatto; l'attenzione sua cambiò di natura, e spalancò gli occhi addosso il vecchio, il quale proseguì: Una donna e un bambino; signor : non c'è meraviglia che tenga: ma una donna vestita bene: n'è vero, Nena? doveva essere di condizione: giovane, bella che non le dico altro: e il bambino non finiva forse un mese.

Ma il giovine errava molto lungi coll'immaginazione; correva dietro ad un caro fantasma evocatogli dal cuore. Emise un sospiro e ripetè: Eppure m'era parso di udirla! E l'avete udita difatti, aggiunse pap

Quest'era vero, ma Fortunata errava grandemente nel credere che, levata di mezzo, almeno per qualche tempo, la Rosetta, il cugino Leonardo non avrebbe avuto altri grilli pel capo. Invece, giunto in citt

Ancor pur troppo da te lungi errava, Ma pur m'innamoravan que' volumi Che il dolce genio tuo mi commendava. Io debol era, ma ogni i costumi Del mondo a me tornavan più molesti: Chè li scernea della tua fede ai lumi. Sovente i giorni miei trascorrean mesti, Perocchè i tuoi consigli io non seguìa, Mentre pur mi fulgean veri e celesti.

Ma pareva che una maledizione ingiusta la condannasse a vivere solitaria e senza affetti; anche la buona azione era rimasta infeconda, per non procurarle una gioia. Ed il vecchio era morto solo; ed il bimbo errava solo nelle gelide notti d'inverno; e la suora generosa e buona, era sola fra due letti d'ospedale. Fu tolta a quelle meditazioni da una infermiera che veniva a chiamarla.