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Aggiornato: 18 luglio 2025


Quello di Roberto Fenoglio non potea dirsi ancora una cosa, l'altra; era fresco di un'ora, ma era nato vigoroso come Ercole, di cui narra la favola che, stando in cuna, strozzasse colle sue poderose manine i serpenti. Il desiderio di piacere a quella bellissima donna, il rispetto che sentiva per lei, sebbene l'avesse conosciuta in così strana maniera, la stranezza medesima del caso che metteva, sto per dire, un pizzico di sale su quel negozio, gi

Per certo, ch'al desiderio ch'io al presente me trovo, non pur una brevissima notte come fia questa ch'in somma felicitá trapassar aspetto, ma quella che Ercole produsse, o se ella fosse piú lunga che l'anno, una minima parte de l'ardor mio potrebbe estinguere. Costui tarda pur assai a venire. Oh Rufino! RUFINO. Eccomi, signore. CURZIO. Vieni presto, ché l'è tardo. RUFINO. Or ora sarò da voi.

Ond'io me le accostai tenendo Ercole per mano e ciò valse a farle sollevare il capo sorridente. Quanta espressione in quel sorriso, e quanta leggiadria in quel volto! To' un bacio, le dissi e ritirando le sue lunghe anella appoggiai le labbra sulla sua fronte. La poveretta non rispondeva, ma ne pareva lietissima: e mi restituì il bacio senza schifilt

Il Mainardi fu accolto dal ricco Ercole Salis a Chiavenna e posto capo della chiesa quivi allora formatasi, e nella quale gli successe poi lo Zanchi suddetto.

E spero ancor, seguendo ognor vostr'orme, essere appresso Dio 'l secondo poi, se 'l bello a trarre il bello sempre ha forza. Di Ercole Bentivoglio Poi che lasciando i sette colli e l'acque del Tebro oscure e le campagne meste, d'illustrar queste piagge e premer queste rive del Po col piè Tullia vi piacque;

Addossato allo stipite della porta mi sentivo quasi male. Ah, la vita, la vita! Povero ercole! E ora comprendeva egli la sua condanna?... Chiusi gli occhi. Rividi, come in un sogno, Giffuni, la piazzetta del mercato, la grande baracca, quelle viuzze malinconiche e anguste.

Chi immagina e crea, deve trovare in casa la pace allegra, che ritempra le forze, e il viso sorridente di qualcheduno che l'ama. Si narra d'un gigante, che combattè con Ercole, e che rinfrescava il vigore delle membra, quante volte toccava coi piedi la terra. La terra, per l'artista è la sua famiglia. Fatevi una famiglia, Spinello.

Nel momento in cui Maria veniva introdotta nel banco degli accusati, appariva dall'altra parte, il conte Ercole Patta. Egli non sarebbe comparso fra i testimoni, ma non aveva potuto resistere alla curiosit

E fu ancora Ercole che rispose; la sorella taceva e mi guardava, e pareva non avere inteso la mia domanda. In questa una voce rauca chiamò dalle scuderie. Ercole prese per mano la sorellina; e questa si lasciò condurre come cosa inanimata, ma senza staccare tuttavia gli occhi da me, e salutandomi colla mano. Povere creature! Il cocchiere mi udì. Povere creature davvero, interruppe.

Questo bizzarro, o, come lo chiamano oggi a Roma, questo fanatico progetto fu preso da Garibaldi al gran Giulio Cesare. Come il valoroso generale ebbe compiuto le titaniche lotte della sua esistenza, combattute contro i mostri della tirannide che straziavano la sua patria, venne a Roma per intraprendere l'ultima fatica, a simiglianza di Ercole: e domare il divino fiume Tevere che nemmeno dai Cesari era stato vinto. Egli somiglia ora al vecchio Faust che si d

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