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Aggiornato: 31 maggio 2025


10 Quivi un vecchio pastor, che di cavalle un grande armento avea, facea soggiorno. Le iumente pascean giù per la valle le tenere erbe ai freschi rivi intorno. Di qua di l

Quindi ancora tacquero. Dalla campagna giungeva il gracidare assiduo delle rane, giungevano a quando a quando li odori delle erbe. Nella tranquillit

La nostra colazione è stata frugale; dei cespugli di spine, coperte di nere more, ci han fornito il dessert. A poca distanza da noi era uno stagno d'acqua verdastra, circondato da erbe e da giunchi che pareva immerso nei sogni.

Uno racconta la storia di quell'uomo, e narra che una volta era un povero diavolo che aveva anche studiato per far il dottore, ma non era riuscito a conseguire la laurea, avea cercato un impiego inutilmente e stava quasi per morire di fame, quando gli venne l'idea della sua polvere, che se non ha la virtù che egli le attribuisce, è composta di erbe aromatiche polverizzate e non è nociva.

Su ’l limite di una boscaglia fluviatile le tigri balzando dalle erbe si gittarono al ventre dei cavalieri. L

SANTINA. Non vo' ascoltare, so che vuoi dire. GERASTO.... Anzi men sai che voglio dire, imaginartelo puoi giamai.... SANTINA. Forse il giardinetto cominciava a spuntar fuori l'erbe piccine? GERASTO.... Che erbe piccine? anzi, mi diè tra mano..., mi vergogno dirtelo. SANTINA. Ti dovevi vergognar di farlo. GERASTO.... Dico ch'era piú maschio ch'io, tanto maschio che n'aresti fatto tre maschi.

Lo stradone in quel punto tagliava una collina, s'inoltrava tra due alte sponde che formavano rampe coperte di erbe selvatiche tutte in fiore.

Giá mai bel secreto fu di lei in erbe, fonti, pietre, stelle occulto, ch'al subito girar de gli occhi miei non mi restasse in l'alta mente sculto. So ben che mille Atlanti e Tolomei de l'intelletto, ch'oggi m'è sepulto, non sen trarrebber una particella, perché saliscon d'una in altra stella.

La sua storia è contata in quattro parole. È figliuolo d'un villano che nei primi anni del secolo veniva in Torino i giorni di mercato, spingendosi innanzi un asinello, a vendere formaggioli sulla piazza delle erbe, che ora è piazza del Palazzo di Citt

CRISAULO. Ecco Fileno. Ringraziato sia Dio. Che nuove porti? che t'ha risposto? verrá qui istasera? ha fatto nulla? FILENO. Non l'ho ancor trovata; ch'era, m'han detto, andata fuori al monte a cercar di certe erbe. Ho ben lasciato che venghi, come giunge. CRISAULO. A chi parlasti? FILENO. A quei di casa, ché v'era una corte che l'aspettava.

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