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Aggiornato: 13 giugno 2025


Di una tale esistenza non comune, alla quale s'intreccia un delicato nome di donna, voi troverete nella prima parte di questo libro i documenti. E il libro anzichè una stonatura, come temono i suoi amici, crediamo che possa essere un raggio di sole che ritorna e nel suo complesso un prezioso documento a tutti quelli che studieranno l'evoluzione del pensiero e del sentimento italiano in quel tumultuoso periodo che succede alle battaglie dell'indipendenza, quando l'entusiasmo che le ha compiute diventa il primo imbarazzo del vincitore. Tutto è disordine ancora, non si sa quel che si vuole, ma si vuol molto, da tutti. Il linguaggio epico urta colla necessit

Il popolo sentì, senza dubbio, la grande ora quando fremente d'inesprimibile emozione si accalcò sul porto salutando con epico orgoglio i soldati che tornavano in Africa. , tornavano in Africa, perchè da tremill'anni durava la lotta fra l'Africa e l'Italia, e l'Italia vi aveva gi

I confronti tra questo primo attore e parecchi dei nostri italiani, tornerebbero forse a suo danno. Lascio Gustavo Modena, quel divino artista, che fece tutto bene, entrando, per dir così, nella pelle de' suoi personaggi; contenuto a forza nel Cittadino di Gand, arcigno nel Filippo, crudele e bigotto nel Luigi XI, terribile nel Sampiero, epico nel Saul, e sempre e da per tutto quel che voleva essere, non una linea di meno, o di più. All'altezza del Modena non era mai giunto, e forse non giunger

Ricordo a questo proposito un'impressione di anni fa. Leggevo la Terra dello Zola. Non so perchè, mi ero immaginato di dover scoprire regioni ignote inoltrandomi sempre più in quella lettura: caratteri, sentimenti, passioni, vizi, virtù propri unicamente del contadino francese. Invece, con mia grande meraviglia, mi vedevo sfilare sotto gli occhi personaggi ai quali dovevo appena mutare i nomi perchè diventassero a un tratto siciliani. Parecchi di quei personaggi li avevo conosciuti nella vita reale; quella specie di scemo, per esempio, che convive incestuosamente con la sorella; e quel Gesù-Cristo che parve, al suo apparire, un epico ingrandimento di certe creature specialmente care alla ridanciana fantasia di Armando Silvestre. Se non ricordo male, c'era fino un incredibile riscontro nel nomignolo; quel mio compaesano si chiama 'U Signuruzzu, cioè: Il Signore, che significa appunto: Gesù Cristo! Un giudice supplente gli aveva dato torto in una lite, ed egli non aveva saputo perdonarglielo. Perciò, tutte le volte che poteva, stava ad attenderlo nella Piazza, e vedendolo passare, si cavava il berretto e lo salutava, accompagnando subito il saluto con uno di quei rumori che hanno fatto la fortuna del Gesù-Cristo zoliano e di tanti allegri personaggi di Armando Silvestre. Il giudice supplente, uomo permaloso, diventava giallo dalla bile; ma la dignit

Nel passo citato del Sermone manzoniano, ove si difende l'Alfieri contro i Metastasiani, è forse un'eco dei battibecchi letterarii fra il Monti ed il Foscolo: il Monti chiamò poi sacrilegio epico la traduzione alfieriana dell'Eneide, e non ebbe tutti i torti.

Nomadismo epico esploratorismo urbano ARTE DEI VIAGGI e delle passeggiate Antigrazioso Fremiti diretti per mezzo di grandi spettacoli liberi circhi music-halls ecc. ecc. =2.= Intuizione velocit

In somma, in questo canto VI. sono versi bellissimi, nobili sentenze, e locuzione elegante; ma non è degno di quella mente che il compose, di quella scienza che sempre apparir debbe in tutte le parti d'un epico poema.

I periodi che ebbero solo delle guerre poco feconde d'eroi rappresentativi, perchè il soffio epico li livellò, furono periodi esclusivamente virili; quelli che rinnegarono l'istinto eroico, e che, rivolti verso il passato, s'annientarono in sogni di pace, furono periodi in cui dominò la femminilit

L'amore che essa aveva avuto per lui, e ch'ella si era compiaciuta di figurarsi come un epico e trionfante arcangelo, forte e armato, non era stato dopo tutto che un piccolo spettro, frale e sensitivo mezzo bimbo, mezzo fantasma e ferirlo era ucciderlo. E i Fati si erano divertiti a lapidarlo e a crocifiggerlo, questo amore; l'avevano percosso e calpestato; l'avevano trascinato per squallide vie e per scale sudicie, l'avevano soffocato sotto a mucchi di bruttezze.... Ora che Nancy osava guardarlo in faccia, vide che gi

Certo costoro non sanno che il mio primo poema epico: La Conquête des Etoiles, pubblicato nel 1902, recava nella prima pagina, a guisa di epigrafe, questi tre versi di Dante: «O insensata cura dei mortali, Quanto son difettivi sillogismi Quei che ti fanno in basso batter l'ali

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