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Aggiornato: 28 giugno 2025
«Era Gualfardo inginocchiato accanto a me. Gli ultimi raggi del crepuscolo entrando per una stretta finestra segnavano una striscia nell'oscurit
È in casa la marchesa? dimandò Aloise, entrando nell'anticamera. No, illustrissimo, e nemmeno Sua Eccellenza il padrone. Sono partiti, or fanno due ore, per alla volta di Quinto. Aloise ebbe al cuore un'orribile scossa. O come? chiese egli turbato: Così all'improvviso? Sì, illustrissimo; ier sera è avvenuta una disgrazia.
Ecco come passò il nostro primo giorno a Parigi. La prima volta che entrai nel recinto dell'Esposizione dalla parte del Trocadero, mi fermai qualche minuto in mezzo al ponte di Jena per cercare una similitudine, che rendesse ai miei lettori futuri un'immagine fedele di quello spettacolo. E mi venne in mente di paragonare il senso che si prova entrando l
Da prima entrando il Cavalier l'inchina, E seco geme a quel dolor cotanto, Poscia con lento piè le s'avvicina, E guarda in terra e stassi immoto alquanto. Scorgendo il suo fedel l'egra Reina Stima ch'ei vegna a rasciugarle il pianto, Nè volendo a sue pene atroci ed empie Conforto sofferir, scote le tempie.
Nella pace di quella casa trovava il riposo dell'animo, di cui aveva bisogno: e non pensava più che tanto al bailamme di casa sua. Lasciava spesso la principessa sola per intere giornate, e nelle serate: ella non se ne lamentava: talvolta neppure se ne accorgeva. Una sera, entrando al suo Circolo, gli fu consegnata da un cameriere una lettera anonima.
Ma l'Alboni era arrivato in quel punto, entrando dall'abbigliatoio di Diana, per una porticina rispondente su un largo andito: porticina, a caso lasciata aperta. Oh, Jacopo Scovazzo! disse Roberto che, per anni e anni, avea tenuto fitto in mente quel nome. E l'afferrò per il collo. Marco Alboni smarrì subito tutta la sua baldanza, la sua intrepidezza.
Alberto si precipitò dal biroccino. Cesare ne seguì l'esempio, abbandonando a sè il cavallo; corsero ambedue alla casa. Con mano convulsa il marito di Matilde aprì l'uscio di cui aveva seco la chiave, e su per le scale, in due salti fu alla soglia della camera da letto. Entrando vide in un batter d'occhio lo suocero disteso sul sof
Girolamo, guarda chi c'è gridò la madre, entrando con la solita vivacit
Bravo il mio Baccio, siamo a tempo? sclamò il farmacista, entrando. Manca il signor dottore. Ci sono. Il signor De Emma entrò e sedemmo. Non si trovarono mai riuniti al medesimo desco, tre commensali più imbarazzati, e più incerti del loro contegno.
Ecco la chiave! gridò egli, entrando col prezioso arnese tra le dita. Essa era a terra, di costa al tavolino. Anch'io ho trovato la mia! borbottò Roberto Fenoglio, guardando di sott'occhi madonna Laura. Quindi, fattasi scorrere la palma della mano sulla fronte, come un uomo che ha presa una deliberazione, entrò a parlare in tal guisa. Felicino, amico mio, ti presento mia moglie! Tua moglie!
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