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Aggiornato: 17 giugno 2025
S'io mi sono ingannato, ne domando perdono alla memoria del Manzoni; ma come ai critici del Goethe fu lecito de tracciare sopra i suoi versi la storia de' suoi amori, non ho potuto spiegarmi altrimenti, come in un dramma, dove l'amore non entrava, sia apparso l'unico tipo veramente poetico di una moglie ideale che ci presenti la poesia italiana, e che il Dramma stesso porti la seguente dedicazione glorificatrice: ALLA DILETTA E VENERATA SUA MOGLIE ENRICHETTA LUIGIA BLONDEL LA QUALE INSIEME CON LE AFFEZIONI CONIUGALI E CON LA SAPIENZA MATERNA POTÈ SERBARE UN ANIMO VERGINALE CONSACRA QUESTO ADELCHI L'AUTORE DOLENTE DI NON POTERE A PIÙ SPLENDIDO E A PIÙ DUREVOLE MONUMENTO RACCOMANDARE IL CARO NOME E LA MEMORIA DI TANTE VIRTÙ.
E quest'altre affettuose alla moglie Antonietta paiono suggerite al Conte da Enrichetta Blondel, la moglie del Manzoni: ......O sposo De' miei bei dì, tu che li fêsti, il core Vedimi; io moio di dolor, ma pure Bramar non posso di non esser tua.
Enrico Pietrasanta aveva ragione: i capegli della marchesa Ginevra erano castagni, fini ed abbondanti, e, rischiarati in diverse guise dai riflessi della luce, componevano quasi un'aureola intorno ad un bel viso bianco perlato, alle carni stupende, senz'ombra di rosso o di giallo, senza soverchio di grassezza, che vincevano al raffronto la celebrata carnagione della Enrichetta Corani.
Enrichetta Blondel, moglie del Manzoni, morì cinque anni dopo la pubblicazione dei Promessi Sposi nel 1833, e il Manzoni ne rimase per lungo tempo inconsolabile. Veggasi pure quanto scrive in proposito il professor Prina nel suo diligente Studio biografico sopra il Manzoni.
A me pare di non ingannarmi dicendo semplicemente che il Manzoni, in quell'anno, s'era innamorato della fanciulla, che divenne poi sua moglie, Enrichetta Blondel, e che l'Urania fu scritta specialmente per piacerle.
Sai, Enrichetta, disse a un tratto la mamma, che cinque anni sono eri piccina come lui? Io? Davvero, mamma? Non ci credo! Eppure, è verissimo. Ma se non me ne ricordo! Ne sono persuasa. Vediamo un po': Com'era, cinque anni sono, il parato di questa camera? È sempre stato così. Niente affatto. Io lo feci mutare quand'eri piccina, com'è ora il tuo fratellino. Curiosa! Non me ne avvidi neppure.
Io non posso insistere di più sopra un argomento così delicato come le relazioni di Alessandro Manzoni con Enrichetta Blondel; ma parmi che un rimorso gentile dell'Autore verso la sua compagna che egli potè forse turbare co' suoi ardimenti patriottici o con alcun'altra sua imprudenza, abbia fatto parlare Ermengarda in quel modo straordinariamente appassionato, e che la dedica solenne dell'Adelchi alla sua compagna sia stata come una pubblica riparazione di qualche segreta lacrima domestica.
Nè brutto nè bello, ma con quel pallore, quella magrezza, quell'andar dinoccolato e incerto che ti mostrano lo sforzo grande, che fa la natura per trasformare un fanciullo in un uomo. Non eran passati che pochi giorni e anche il giovinetto vide Emma, e da quel giorno, bench'egli fosse un Enrico e non una Enrichetta, passò anch'egli lunghe ore alla finestra.
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