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Aggiornato: 26 giugno 2025
Nel 1073, per la prossima festa di San Pietro e Paolo, Enrico aveva invitati a Goslar i grandi di Sassonia ad una dieta onde consultare di affari del regno. Però come i conti, i duchi, i vescovi, gli arcivescovi, gli abati si erano accolti nel palazzo imperiale all'ora prescritta, fu detto loro di attendere un momento ancora, perchè il re giuocava agli scacchi! Quei signori frementi aspettarono fino al tramonto. Allora un sergente del re comparve ed impose all'assemblea di sciogliersi, perchè Enrico gi
E scese Childeberto re d'Austrasia; esempio poscia ad altri principi franchi troppo maggiori, cagione allora che nel pericolo i duchi s'eleggessero finalmente un re. Essi i duchi serbarono dunque l'altra metá, e cosí rimaser probabilmente piú ricchi, piú potenti che non i soliti graf degli altri regni barbarici.
Del quale, non aggiugneremo altro, se non che, or alleato, or nemico de' papi e delle cittá, e de' greci e de' propri duchi, egli prese una volta Ravenna, toltagli in breve da' veneziani sudditi greci fedeli quella volta; e prese parecchie altre cittá, fra cui Sutri che donò a San Pietro e San Paolo, cioè alla mensa di Roma, cioè al papa, primo esempio di tali donazioni.
Sotto essi i giudici, governatori civili, capi de' corpi municipali, ma non eletti da essi, anzi dati, talor forse dai duchi, certo sovente da' vescovi, e perciò chiamati «dativi». I membri di questi corpi non eran piú detti «decurioni», ma indeterminatamente «principali» od anche «consoli», nome vecchio, significazione nuova, non piú di capi, ma di consiglieri municipali.
L'ultimo lamento il portarono a Buonaparte, generale e onnipotente della repubblica Cisalpina nel 1797, il quale, considerandosi come sottentrato nei diritti dei duchi di Milano, citò i Grigioni a scolparsene, e prima che arrivassero dichiarò la Valtellina unita alla Lombardia, colla quale poi stette al male e al bene; e con essa caduta sotto la Casa d'Austria, divenne importante anello fra i possessi di quella in Italia e i trasalpini.
Allora, in situazione giá estrema, diventa, come sogliono i veri grandi, grandissimo Gregorio VII. Fa pace con Roberto Guiscardo, il piú potente de' duchi normanni che fosse stato per anco, vero fondatore di quella monarchia; e se ne fa un alleato, che fu in breve quasi unico.
Al principio del secolo XII, quando i duchi normanni avevano in loro potere l'Italia meridionale, essi s'impadronirono anche di questa fortezza, ma solo per poco, perchè i papi salvaguardarono bene i loro diritti sulla terra di confine, su Terracina e sul promontorio che ne dipendeva.
Molto probabilmente in questo incendio la residenza dei duchi di Spoleto andò perduta.
Un'apparizione lugubre quell'uomo era quivi, un essere freddo e severo da cui tutti dovevansi allontanare, che tutti avevano a tenere in uggia; e pur nullameno l'abate veniva dimenticato, venivano trascurati principi e duchi, negletto lo stesso Alessandro II, e gli occhi pendevano da quel semplice frate per istudiarne la cera abbassata, per leggere un'idea sola nel raro levar di quello sguardo, per interpretare una sola di quelle rughe che la calva fronte gli solcavano.
E allora, fosse o no per restaurare Adelchi, congiurarono parecchi duchi longobardi; e, dicesi, tutti e tre, quelli di Benevento, di Spoleto e del Friuli, che erano stati i maggiori del regno.
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