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Aggiornato: 26 giugno 2025
E cosí continuò il danno vecchio, che ogni potenza sorgente da noi lasci nel proprio edificio l'addentellato alla potenza ulteriore; e sorse il danno, nuovissimo allora, il dividersi la penisola per non riunirsi forse mai piú. Né monta che sotto ai duchi si trovin conti; questi furono probabilmente non piú che schulteis o centenari.
V'era in quel tempo un uom ricco a Parigi, che un giorno fu lo scudiere d'Orlando, come si legge, chiamato Terigi, ch'era pel mondo andato assai girando, quando s'usava, seguendo i vestigi del conte, che gran re venía ammazzando, e duchi e cavalieri carchi di perle ed oro e gemme a gran costo d'averle.
Sì, voi non avete principi, duchi, marchesi, conti o baroni.
Dopo questa fiera requisitoria contro le monarchie, Alberto Mario chiedeva: Ora vi pare che i duchi, i granduchi, i re e i papi sieno elementi nazionali che il popolo italiano deve tesaurizzare e coi quali deve unirsi nuovamente per iscuotersi di dosso gli austriaci e diventare una nazione signora e sovrana dei propri destini? No per fermo.
Nell'844 egli fa dal papa incoronar re di Italia Ludovico II suo figliuolo, e nell'849 l'associa all'imperio; e morendo poi nell'855, lascia gli altri Stati agli altri due suoi figliuoli, Lotario e Carlo. Durante questo regno, nuove guerre dei duchi di Benevento e di Spoleto, e delle cittá greche e de' saracini, e nuovi turbamenti in Roma.
Del resto Agilulfo ebbe a reprimere parecchie ribellioni di duchi, talor alleati co' greci; guerreggiò con questi, impose loro tributo, e soffrí una correria degli ávari nel Friuli. Morí nel 615, ed ebbe a successore Adaloaldo figliuolo suo e di Teodelinda, giá associato da fanciullo al regno.
No, ché sentiva bisogno di distrazioni; e a primavera di quell’anno medesimo ebbe voglia, lasciando il marito a casa, di fare una scappata a Venezia in allegra compagnia di dame e gentiluomini; e ad autunno, nella venuta de’ duchi mantovani, si compiacque d’apparire per grazia e per fasto la prima gentildonna che fosse in Bologna a quel tempo⁷.
Non sono visibile, mi ha detto, se non per duchi e marchesi di Castiglia e d'Aragona, per il razionale di Castiglia e per l'arcivescovo di Toledo. Son queste, soggiunse il Noguera, le precise parole del re. Voi siete escluso. Se non foste escluso, Sua Altezza, ricordando il suo recente colloquio con voi, avrebbe aggiunto: e il signor conte di Lavagna. Non l'ha aggiunto; ed io, con tutto il dispiacere che una necessit
Il ritrovamento, di cui toccai più sopra, fu di una massa considerevole di que' piccoli nummi recanti intorno al simbolo di S. Marco la leggenda [I[Vexillifer Venetiarum]I], frammisti a tornesi di Francia e ad altri de' principi d'Acaja e dei duchi di Atene, somigliantissimi nel tipo ai nostri e alla loro volta imitati da' francesi, de' quali ultimi tutt'i rinvenuti nello scavo spettano, a quanto pare, a Lodovico IX il santo, che regnò dal 1226 fino al 1270. Alla qual'epoca appartengono i tornesi, che vi si trovarono frammisti, di Guglielmo II de Villehardouin duca d'Acaja e di Guido de la Roche duca d'Atene, che co' nomi de' loro successori si continuarono a stampare in Atene fino a verso il 1310, ed in Acaja (Chiarenza) fino a verso il 1346 in cui il principe Roberto fu assunto alla dignit
Omai fratel né padre di famiglia alla suora comanda od alla figlia. Infin che in fresca etá ne' monasteri si mettan le figliuole o le sorelle, a questo condiscendo volentieri, so che l'han care anche le monacelle. Ma che voi, conti, duchi e cavalieri, disperati per mille taccherelle, vogliate ch'io le chiuda di trent'anni, perdio! convien per forza ch'io m'affanni.
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