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Aggiornato: 10 giugno 2025
La zia Ginevra non era in casa. Allora andarono ai giardini pubblici; la magnifica giornata di sole aveva fatto uscire dalle case più gente del solito. Egli abbigliato di nero, nella consueta eleganza, rasato, inguantato, colle carni più fresche di quelle di Bice e un passo quasi da giovinotto, pareva superbo di farle da cavaliere. Dovettero fermarsi a molte carrozze per scambiare saluti e complimenti colle signore su quella loro passeggiata a piedi, ma, sebbene non se ne fossero data l'intesa, tacquero sul pranzo, che li aspettava come un epilogo anche più delizioso. Prima di tornare a casa, Bice volle però passare sotto il portico del Pavaglione, in quell'ora gremito di tutti gli eleganti, arrestandosi alla pasticceria di moda per affettare come una innamorata la propria intimit
Anche ivi la lotta fu calda; si passò dal ponte dell’Ammiraglio al ponte delle Teste in mezzo al saettare dei cacciatori che erano appostati ai due lati della via; ma al piano di Sant’Erasmo le truppe borboniche dovettero battere in ritirata; siamo subito corsi dietro di loro, lungo la strada che oggi porta il nome di Lincoln. Era bello il vedere Garibaldi in quei momenti.
In quei tempi non si stava tanto sul sottile delle convenienze; e persone di Corte erano, come l'astrologo e il buffone, così il carceriere e il boja; i quali poi nella raffinatezza successiva non dovettero ricevere gli ordini, nè presentare la relazione ai grandi se non per infinita scala di intermediarj: tutto a vantaggio della verit
Esposi superiormente per qual ragione s'abbia a riconoscere nella [I[moneta Grimani]I] un segno rappresentativo della lira veneta. Alcune sigle ricorrenti ne' due tipi che qui verrò illustrando li manifestano multipli di quel nummo. Infatti quello maggiore in diametro e in peso porta nel rovescio le iniziali L. X, mentre il minore ha invece L. V, ch'io vorrei interpretare [I[lire dieci]I] e [I[lire cinque]I]. Il Valier, nel passo più addietro riportato, parlando delle monete ossidionali di Candia sotto l'anno 1652 non ricorda se non le monete Grimani e ne tace il valore. Che quel nome abbia a dinotare il pezzo da 10 gazzette che porta l'anno 1646 è fuor d'ogni dubbio, perché vi leggiamo impresso il nome del capitano generale Grimani. Non credo peraltro avanzare un'ipotesi malferma nel conghietturare che ad altre monete successivamente battute fra i rigori dell'assedio si desse il medesimo nome che s'era dato alla prima. Certo è che i due nummi di puro rame che in breve descriverò dovettero subire il ritiro dalla circolazione, se sono oggi ridotti di gran rarit
Intanto gli alleati non avevano potuto penetrare in Mentana e quella notte abbastanza fredda dovettero dormire alla serena e quantunque vincitori farci umilmente anticamera.
Non v’ha dubbio che molti nostri scritti dovettero andare smarriti sia per l’incendio ordinato dal dissennato Califfo, della famosa biblioteca di Alessandria, e sia per le tante peripezie sofferte dal popolo nostro, posciachè nella Bibbia noi troviamo menzionate parecchie opere che non possediamo.
Si rimisero in guardia; e qui davvero cominciò il combattimento. Lorenzo incalzava cosiffattamente, che il marchese di Montalto dovette balzare indietro due volte. Ma questi, tornando all'assalto, si avvide che il Salvani si studiava di non cedere d'un passo, e non abbandonava mai il terreno guadagnato. Allora il duello fu continuato di pie fermo, e i padrini dovettero poco dopo intromettersi, che gi
Perciò seduta plenaria, l'altra sera, al Bottegone di Corsenna; tanto che si dovettero metter fuori due tavolini di più. E quando sono comparso in piazza, un po' più tardi del solito per fare più effetto, tutti gli occhi si volsero a guardare il personaggio che mi veniva da lato. Tacquero le voci e i bisbigli; si voleva vedere, si voleva giudicare.
Fuggii davvero e dovettero lasciarci sposare.... Il paradiso durò due mesi, il purgatorio un anno, ed ora sono nell'inferno; in un inferno terribile, che mi fa la più infelice delle donne. Credilo a me. Gli uomini, quando non ci sposano pei nostri quattrini, ci vogliono pei loro piaceri, e una volta che ci hanno avuto, si annoiano.
Dovendo conciliare principii diametralmente opposti, essi dovettero certamente accarezzare una parte e l'altra, e ne avvenne, com'è naturale, sembrar dessi troppo repubblicani ai monarchici, e viceversa ai repubblicani. Ripeto: quando l'Italia sar
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