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S'intende.... Un suicidio in famiglia!... E in quelle condizioni!... Perchè non mi negherete che la nostra diplomazia fa un buco nell'acqua. È ormai il segreto di Pulcinella.... Le serve han fatto capire che se lo immaginavano.... i dottori l'hanno indovinato.... E se pur i giornalisti tengono la loro promessa di tacere, fra una settimana il paese sapr

Al Carnevale si rideva leggendo le relazioni dei baccanali popolari e delle feste ufficiali, ove la diplomazia banchettava, faceva brindisi e alzava le gambe in cadenza musicale al suono di violini, viole e violoncelli, nell'interesse dei popoli... i quali intanto correvano per le vie in maschera da pantaloni, meneghini, gianduie, stenterelli, brighelli, pulcinelli, arlecchini e pagliacci. I più moderati col naso posticcio, per ridere, e far ridere. E noi ridevamo infatti!... di piet

Di questo partito seppe assai male al partito santo, che vedevano prepararsi lo sdrucciolo per restituir la Valtellina, salvo il decoro della Spagna: ma misero chi non ha dal canto suo che la ragione, e commise le proprie sorti a fede di re e a maneggi di diplomazia!

Tale fu, fin verso il finire di luglio, il linguaggio tenuto al Governo Francese dai vostri. credo che, da quando il trattato di Vestfalia inaugurò quel congegno di menzogne e d'inezie che nominano diplomazia, si tenesse mai da un Governo linguaggio più imprudente e più stolto. Alla Francia, della quale si pronunciava potersi un o l'altro richiedere l'ajuto, il Governo Sardo diceva: «Non vi stimiamo leali: diffidiamo altamente di voi. Non vogliamo gli ajuti che ci profferite, oggi che le vostre armi congiunte alle nostre vincerebbero senz'altro la guerra; ma, se un giorno cadremo, allora, cadendo, vi chiameremo. Non potremo più allora secondarvi. I danni, i pericoli della guerra saranno tutti vostri. Nondimeno, dopo avere ricambiato le vostre offerte con orgoglio e disprezzo, v'invocheremo, giacendo, a fare per noi, senza vostro pro, ciò che noi non potemmo; e se non vorrete, vi accuseremo di tradimento al principio, aborrito da noi, che rappresentate.» E all'Italia, pur predicando: fate, da voi, temete gli ajuti di Francia, il Governo liberatore diceva: «tenete le baionette di Francia in serbo pel giorno nel quale dovrete invocarle nel terrore e nella vergogna della disfatta: rifiutatele oggi che potete averle onorevolmente alleate; le accetterete quando avrete perduto ogni diritto a moderarle e giovarvene senza pericolo. Sdegnate, irritate col sospetto lo straniero che vi si offre fratello, e che voi, forti e rispettati, potete contener nei limiti della fratellanza; ma preparatevi fin d'ora a chiamarlo supplici, quando nulla gl'impedir

Ahi, Polissena! E questo doveva udire dei fatti vostri il povero confinato di Querciola? Doveva egli vedersi dimenticato, trascurato a tal segno? Certamente egli non si aspettava di sapere che aveste preso il lutto, o che vi foste confinata in villa, inconsolabile come Calipso per la partenza di Ulisse. Simili prove di affetto e di dolore veemente si lasciano alle Immortali, che possono far ciò che vogliono, senza badare a rispetti umani, e mandando a quel paese la piccola diplomazia di societ

Il duca di Balbek non ballava quasi più, eccetto il quadrille offiziale, a cui non poteva sottrarsi. Non essendo parlatore, essendo confinato, per ragione di Stato, alla tratta delle bellezze mature della diplomazia e della Corte, non gli restava altra risorsa nelle serate, ove le convenienze lo chiamavano, che quella del giuoco.

Nei momenti critici della monarchia di luglio emerse adunque nel modo più vivo, che il governo parlamentare non aveva potuto, durante il corso di una generazione, coltivare saldamente su questo suolo la sana moderazione dei popoli liberi. Tutto il paese rintronava di nuovo di selvagge grida di guerra, il ministro Thiers lanciava rumorosamente le frasi grosse del club dei giacobini, perfino il re nei momenti d'ira minacciava di mettersi in capo il berretto rosso, e la diplomazia tedesca esclamava corrucciata: «il 1830 è di nuovo al governo!». Questo popolo prese sul serio l'inanit

Dal picco della quercia si dominava bene tutto il palazzotto, e ogni sera, quando erano vicine le dieci, si vedeva rischiararsi una camera del primo piano. Ecco la Gege era il nome della cameriera che accende la veilleuse! aveva esclamato una volta Marco Baldi. Ah, Contessina, come io la manderei al diavolo la... la diplomazia!

Dicendo queste parole Lucia si era rifatta seria, e i suoi occhioni avevano un'espressione così ammaliante, che Gino credendola forse pentita del suo scherzo e dolente per la sua partenza, ritornò indietro, vicino a lei, e, prendendole una mano: Davvero? le domandò ve ne dispiace molto che io ritorni in Ispagna? Molto, perchè la nostra diplomazia mi pare in cattive mani!

No; gli rispose il giovane, che metteva in pratica tutta la sua diplomazia; sono un cronista dilettante, ma coscienzioso; ho promesso di udire la vostra raccomandata e ci sto fino all'ultimo. Siete più forte di me; disse il direttore dell'Euterpe, che non mancava di spirito. Quasi quasi, se non avessi intascato io l'abbonamento, crederei che aspettate d'intascarlo voi.