Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 5 giugno 2025


Gentiluomini, mi sapreste dar voi nuova di Gerasto di Guardati? GERASTO. Niuno ve ne può dar piú certa nuova di me, perché io son detto. Ma che volete da me? APOLLIONE. Saper solo se in casa vostra fusse una fantesca chiamata Fioretta, che son tre anni che si partí di casa mia. GERASTO. Chi sète voi che me ne dimandate?

PANDOLFO. L'astrologo. CRICCA. E che, gli astrologhi sono Orlandi? CRICCA. Or andiamo dove volete. PANDOLFO. Ecco la casa: dimanda costui. CRICCA. Costui mi pare da Fuligno. PANDOLFO. Che vuol dir «fuligno»? CRICCA. «Degno di una fune e d'un legno»! GRAMIGNA. Che dimandate voi? PANDOLFO. Sète di casa? GRAMIGNA. Son servo dell'astrologo divino.

Io sono sola nel mondo; sono vedova, signor principe... Grazia, grazia pel mio figliuolo! bruciate quella carta. Impossibile, madama. Voi dimandate il mio onore, la mia sentenza, la posizione della mia famiglia, per salvar l'onore di un... di vostro marito, madama il quale non comprenderebbe forse neppure la magnitudine del sacrifizio che io farei.

DULONE. Ben dimandate quella venerabil bestia del capitano, che stava passeggiando dinanzi a lei e suo padre, e con tanta sproporzionata bravura che ha mosso a rider l'uno e l'altra piú di tre volte. ERASTO. E il capitano stava mirando? DULONE. che il suo suspirare s'udiva un miglio. Ma eccolo che viene; non potea venir a tempo piú opportuno.

Figura aperta, grassona, ben rasa, a doppio mento, bocca sorridente, occhio penetrante, intelligenza svelta, ateo rimpinzato di una messa al . Il suo imbarazzo a rispondere non durò che un attimo. Tutt'altri, meno intelligente di Don Diego, non se ne sarebbe avveduto. Io? sclamò Don Lelio, voi mi dimandate ove io attingo le mie inspirazioni?

NARTICOFORO. Qui non può esser veritá alcuna; vedrò altrimente Narticoforo se non vedo me stesso, Cintio mio figlio se non vado nel diversorio dove l'ho lasciato. MORFEO. Che dimandate pa... padre ca... ca... caro? GERASTO. Ecco il suo figlio Cintio. NARTICOFORO. Questa non è l'indole di mio figliuolo. GERASTO. Questo forastiero ha caro vedervi. Morfeo. Chi è questo fo... fo... forastiero?

Ella ricevè il dottore, innanzi al mondo, con il rispetto e l'affetto di una tenera nipote. Ma, non appena e' si trovarono soli, Regina si piegò all'orecchio del dottore e gli chiese: Orbene, caro zio, voi non mi dimandate dunque mica nuove della gitanella di Nicastro? Ella è morta, la piccola furfantella rispose il dottore intrepidamente. Che disgrazia! sclamò Regina morta!

Non v'accorgete che tutto il restante sia bugia? ERASTO. Ma io veggio il capitano. Eccovi un testimonio. PEDOFILO. Oh che testimonio! ERASTO. Capitano, di grazia accostatevi qua. CAPITANO. Pedofilo, buon giorno, poiché tua figlia ha dato a costui la buona notte. PEDOFILO. Chi te l'ha detto? CAPITANO. Dimandate chi me l'ha detto? tutto il mondo.

FACIO. Mira bene che non facci errore. PELAMATTI. Egli è certissimo. Non vedete che le tien sovra? FACIO. Giá le conosco. Taci tu, lascia dire a me. Galante uomo, vi vorrei dir due parole. Sto ragionando con questi gentiluomini di cose d'importanza. FACIO. Adesso adesso vi spediremo. FACIO. Vorrei sapere se sète Facio, dottor di leggi. PANURGO. Perché me ne dimandate?

FORCA. Andate in casa, lavate la faccia a Melitea, fatele spogliar le vesti, e scampate per la porta di dietro; ch'io fra tanto vi condurrò il pazzo. PIRINO. Cosí farò: toc, toc. MELITEA. Che dimandate, padron mio caro? PIRINO. Il tesoro della bellezza, la monarchia delle grazie, la dolcissima mia padrona, accioché mi rallegri cosí il cuor con la sua presenza, come gli occhi con la sua bellezza.

Parola Del Giorno

trotta

Altri Alla Ricerca