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Aggiornato: 7 giugno 2025
A tai parole, come a un invito, accorse allora il Tedici: sicchè il Vergiolesi era stretto ora da un nuovo nemico. Mentre Orlandetto lo difendeva dal Fortebracci, questi fu sopra al giovinetto con un furor disperato, il qual nondimeno riusciva a schermirsi. Non però il Tedici; perchè la sua spada scivolò al primo scontro sullo scudo del Vergiolesi; il quale opponendo la destrezza alla forza, sapea ben volteggiarsi per ischivare quel colpo. E difatti mentre il Tedici, per ferirlo, di nuovo gli s’era avvicinato di troppo, il Vergiolesi, alto della persona e sovra un più alto destriero, mirando dritto al suo braccio, con mazza ferrata gli menò sopra un tal colpo, che gli fece cader di mano la spada, e dare un crollo giù da quel fianco. Poteva subito il Vergiolesi prender su di lui piena vittoria; quando con gran stupore nel cavaliere che gli stava presso, dalla ciarpa de’ suoi colori s’accorge pur troppo d’aver a lato il fratello! Obliato allora se stesso e il nemico, volge il cavallo per disporsi a difender lui solo. Ma il Fortebracci vedutosi privo del soccorso del Tedici, non aveva più pensato che a coglier la più facil vittoria. Mirando a colpire l’inesperto Orlandetto, giuntogli il destro, gl’infisse la spada sotto il mento, cui la gorgiera che allacciavagli l’elmo, fece strada sicura a trapassargli la gola. Lo scudiero, benchè offeso dalla caduta, era tornato in sella e presso di loro. Ma ahimè! In quell’istante dovè mirare cadersi rovescio il figlio del suo signore, e un rio di sangue sgorgargli dalla mortale ferita! Fu solo in tempo per sorreggerne il corpo e afferrargli il cavallo. Poi più d’appresso con gran cura abbracciatolo potè con altri portarlo semivivo in citt
Veruno può credere una cosa dove manchi di motivi sufficienti per crederla. Si parla più impropriamente affermando Dio intelligenza, o intendimento, che dire di un Angiolo che sia anima ragionevole; e rinterzando si difendeva co' libri di san Dionigi areopagita, il quale nega bravamente Dio essere una intelligenza.
La posizione dei bianchi offendeva tutto e difendeva tutto; era formidabile in ciò che circoscriveva l'inimico ad un ristrettissimo campo d'azione e, per così dire, lo soffocava. Immaginatevi una parete animata che s'avanzi e pensate che i neri erano schiacciati fra la sponda della scacchiera e questa parete, poderosa, incrollabile.
L'Africa, prigioniera delle proprie coste, si difendeva invano assalendovi. I soldati sono pallidi, l'ombra della morte è passata sotto quel sole che da molti mesi non conosce le nubi e ha scolorato i loro volti.
Ora al Vascello; forte edifizio, con alcune case dintorno: di giorno lo difendeva il Medici con 150 soldati, cui nella notte rinforzavano ora con una mano di uomini di questo, ed ora di quell'altro corpo Unione, Finanzieri, Studenti, o legione Arcioni.
E, gettato da sè l'uniforme, si slanciò sul conte. Egli si difendeva e, irritato, percosse con lo scudiscio Roberto nella faccia. L'onta, il furore inferocirono il giovane sì gagliardo. Il conte l'avea ferito in un occhio. Si rotolarono per terra: Roberto, forte come un leone, premeva sempre sotto di sè il conte, che pur faceva sforzi grandissimi per liberarsi.
Mio figlio è stato arrestato, perchè difendeva un altro, nell'atto che i birri volevano arrestarlo, e quest'altro, monsignore, era Curzio Ventura. Ora perchè Curzio Ventura è salvo, e mio figlio è in procinto di essere condannato a morte? Mio figlio doveva essere liberato; io aveva ottenuto la promessa dalla principessa Rizzi, e per suo mezzo anche la vostra, monsignore.
E io?... Io? Tenga! Ecco il suo premio!... Ma, no! Basta!... Ma, no! Potevo appagarmi di un bacio solo? Ella si difendeva tentando di respingermi con le braccia, tirando indietro la testa, protestando: Basta! Non più!
Egli difendeva il Ministero; dacchè io lo conosceva, Pietro non aveva fatto di meglio, ne' suoi discorsi di politica; taceva solo fra una crisi parlamentare e l'altra; quando il Ministero era costituito, se ne estasiava, ripetendo le considerazioni dei giornali officiosi, quantunque pochi giorni avanti si fosse estasiato d'un Ministero affatto opposto.
Enrica correva sola, una domenica, poco innanzi il crepuscolo, fra le alte erbe.... Non s'era accorta che qualcuno la seguiva da un pezzo. Due braccia di ferro l'avvinghiarono. Vi fu una lotta disperata. Enrica si difendeva con morsi, coi pugni, con le unghie, con uno stile, che aveva fra i capelli, infliggendo ferite nel braccio di Jannacone, che spargeva sangue.
Parola Del Giorno
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