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Aggiornato: 20 giugno 2025
I fratelli della Misericordia, rinfrancata alquanto la lena, muovono per prendere don Giacomo. Lacero, grondante sangue, trafitto di piaghe e di spasimi, che noi non possiamo immaginare, non che descrivere, oh! questo sì che desiderava la morte, come il cervo assetato la fonte delle acque.
Spiacendo a se medesimo, non disiderava di piacere a veruna creatura fuore della volontá mia; anco desiderava d'essere avilito nel mondo, macerando il corpo suo e uccidendo la volontá, vestitosi degli obrobri, pene e vitopèri per amore de l'umile Agnello, col quale egli s'era conficto e chiavellato per affecto d'amore in su la croce: intantoché, per singulare grazia, nel corpo suo apárbero le piaghe della mia Veritá, mostrando nel vasello del corpo quello che era ne l'affecto de l'anima sua.
Le cambiali!... ripetè il malato con un lungo gemito. In quel punto, il Casalbara vide un'ombra muoversi presso l'uscio, avvicinarsi. Chi è? gridò scattando, spaventato. È lo zio. Ha saputo che siamo tornati, e che tu stai poco bene: desiderava salutarti. Vuoi? E Nora voltandosi, chiamò vicino Matteo colla mano.
Dire lo sgomento, i terrori, l'agonia che provò Damiano in quella notte, non è possibile, nè forse parrebbe cosa vera. Tutto il sentimento che fino a quel dì l'aveva fatto forte contro la trista vita, in un istante era svanito; tremava di sè, de' suoi pensieri; poi, con un soprassalto di paura volgevasi indietro, sentivasi perduto; e peggio ancora, si sentiva vile; e desiderava di morire.
Mettere la questione così, dallo stesso interessato, gli era un assolvere anzi tratto Concettella. Forse gli è questo appunto che Gabriele desiderava. E' vi fu un bisbiglio generale nel gruppo dei galeotti. Tutti si favellavano a voce sommessa, l'un l'altro. Gabriele erasi lasciato cadere in un angolo come affranto, aspettando il verdetto paventato. Concettella, afferrata alle barre del graticcio, guardava Gabriele con ansiet
Poi che ebbe cognosciuto, perché non l'era escito di mente la doctrina che le die' la Veritá, cioè Dio, che per altra via non poteva sapere quello che desiderava di sapere degli stati e fructi delle lagrime, levò sé sopra di sé con grandissimo desiderio oltre a ogni modo, e col lume della fede viva upriva l'occhio de l'intellecto suo nella Veritá etterna, nella quale vide e cognobbe la veritá di quello che dimandava.
Il cavaliere di Malta non gli aveva fatto che una visita, poche ore si era trattenuto a Messina ove aveva lasciato i parenti da lui rinvenuti. Desiderando il segreto, come lo desiderava, non voleva esser veduto. Si recò ad una sua casa di campagna vicino a Catania, ove si doveva fargli conoscere il risultato dei passi, che tenterebbe il superiore dei cappuccini.
Onde assecondare la raccomandazione fatta loro da Mosè, che desiderava dimostrare al suo popolo con prova evidentissima la verit
Era abitualmente mesto, ma alla guisa d'un'aquila che vede in alto la luce e una catena al suo piede; avrebbe forse voluto salire, volare, ma egli nol sapeva, non desiderava nulla, fuor che di benedire.
In un altro luogo egli paragona il saggio ad «un povero bruscamente trasportato dal fondo della sua capanna in un palazzo immenso: svegliandosi, il povero cercava inquieto, nelle sale troppo vaste, i miserabili ricordi della sua camera angusta. Dov'erano il focolare e il letto, la tavola, la scodella e lo sgabello? Egli ritrovò, tremolante ancora al suo fianco, l'umile torcia delle antiche veglie; ma la luce di essa non arrivava alle volte altissime, e solo il pilastro più vicino sembrava a quando a quando vacillare nei battimenti delle alette luminose...». La descrizione continua: «Ma a poco a poco i suoi occhi si abituarono alla nuova dimora. Egli percorse le sale innumerevoli, e si compiacque tanto di ciò che la fiaccola rischiarava, quanto di ciò che restava nell'ombra. Da principio egli desiderava che le porte fossero più basse, le scale meno lunghe, le gallerie non tanto profonde che gli sguardi vi si perdessero...». E così via: noi vediamo realmente un uomo che prende possesso di un gran palazzo; non gi
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