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Aggiornato: 8 giugno 2025


CINTIA. I dolori mi son fatti tanto familiari che mai quasi non m'abbandonano. ERASTO. Cintio mio, perché conosco l'amor vostro verso di me, piglio animo di avalermi del vostro favore: i' vorrei pregarvi di molti favori che mi premono ben assai. CINTIA. Ho caro me si porga occasione onde possiate accertarvi dell'amor che vi porto. ERASTO. Ditemi prima: che sai d'Amasia mia?

Oh finchè pure un filo di vita restasse, bastava per attaccarvi la fiducia. Misurava coll'occhio l'ertezza di quelle rupi; arrampicarsi fin lassù... nulla pareva impossibile alla forza, dirò meglio, alla frenesia dell'amor materno. Ma e poi?... gente all'intorno non v'è: il rovinio delle acque non lascia intendere le chiamate.

Milla non si oppose; senz'avvedersene, ricadeva invincibilmente nella obbedienza cieca e fiduciosa dell'amor suo. Partirono adunque sui primi di dicembre, contenti, felici, e in perfetta armonia. In casa rimaneva tuttora parte della servitù, quella che avrebbe più tardi raggiunti i padroni a Napoli, e quella fissa per tutto l'anno ad Astianello.

Ora confesso che non solo m'ero offeso, ma dentro di me avevo giudicato l'Agata una saccentina sconclusionata, incapace di dare un giudizio apprezzabile sopra un simile lavoro. Dissimulai la stizza dell'amor proprio oltraggiato, e presi le mie misure in segreto per ottenere un giudice competente.

L'ultima frase della lettera: «Perdona al tuo Ezio» aveva d'un tratto disarmato i risentimenti d'un uomo, che a differenza di molti altri, più che le baruffe dell'amor proprio, amava di voler bene e di farsi voler bene.

TEODOSIO. Tu eri appena di duo anni che, tenendoti in braccio e andando a diporto per lo capo di Pausilippo, fummo disavedutamente presi da' corsari. A me parendo aver un pegno dell'amor grande che portava a Sennia mia consorte carissima, mi son ito sempre teco disacerbando la passione che ne soffriva.

Nell'impeto dell'amor paterno al governatore scappò detto che si facesse. La lontananza del proprio figliuolo gli era divenuta insopportabile. A qualunque onta si sarebbe sottoposto per riavere il suo Armando. Gli ufficiali non aspettarono altro allora, e tosto recatisi presso il Palavicino, fattegli presente la volont

Cosí diceva, e Terigi l'ascolta, e non sapeva parlar tacere. Marfisa pur lo guarda e ha replicato: , vi perdono; , v'ho perdonato. Anzi, perché un bel pegno tosto abbiate dell'amor mio, della mia confidenza, vo' che tremila zecchin d'òr mi diate, ché supplir deggio a certa mia occorrenza.

Curzio aveva pronunziato il suo discorso con quella foga irresistibile della passione che trascina invincibilmente gli uditori. Tutto l'entusiasmo dell'amor patrio e dell'abnegazione era impresso nelle sue parole. Pareva che in lui rivivesse lo spirito di quel grande di cui portava il nome.

Eran questi i momenti in cui, per quell'unico pertugio dell'amor proprio, si rinnovava l'aria corrotta della sua vita infelice.

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