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Aggiornato: 15 giugno 2025


Roselli, generale in capo dell'armi repubblicane e uomo degno di tempi migliori, diede, protestando, la sua dimissione e quella di pressochè tutti gli ufficiali del piccolo esercito; Pisacane la diede con essi, e ripigliò le vie dell'esilio.

Sappi che veruno può escire delle mie mani: però che Io so' Colui che so'; e voi non sète per voi medesimi se non quanto sète facti da me, il quale so' Creatore di tucte le cose che participano essere, excepto che del peccato che non è, e però non è facto da me e, perché non è in me, non è degno d'essere amato.

Dunque, con un filo di voce favellò Marzio, mia dolce signora, sono io sempre degno della vostra piet

Nell'una l'eroe è acclamato prima della battaglia, sostenuto in essa da tutti i voti, pianto dopo di essa da tutti gli occhi: nell'altra l'eroismo è come un insulto alla impotenza del popolo, che spia quindi arcigno la lotta cercando nella catastrofe una ragione alla propria inerzia. Eppure di tutti i destini individuali il più degno d'invidia è il più tragico.

«O Camerata, che ne l’aspro e degno conflitto eri con noi, e moristi, sperando, in questo segno, fra le braccia de’ tuoi; volgiti indietro, e guarda. Eccoci tutti a le tue pompe estreme. Quel giorno solo noi verrem distrutti che non saremo insieme. Sappiamo ormai che, in nostra fede avvinti, rinnoveremo il mondo. Son retaggio de i deboli e de i vinti il gesto furibondo,

Quanto degno è l'oggetto di presentarsi all'animo retto e pietoso di Vostra Maest

La sera dopo, il Vharè si vide chiudere sul naso la porta del palcoscenico; ma non si turbò: fece subito chiamare l'Assunta perchè avvertisse la padrona, e Andreina, in tale circostanza, si mostrò la figlia... di sua madre. Non si degnò nemmeno di venire a patti coi signori della Direzione, i quali si erano chiusi nel loro palchetto riservato, aspettando la fine della burrasca.

ché sempre l’omo in cui pensier rampolla sovra pensier, da dilunga il segno, perché la foga l’un de l’altro insolla». Che potea io ridir, se non «Io vegno»? Dissilo, alquanto del color consperso che fa l’uom di perdon talvolta degno. E ’ntanto per la costa di traverso venivan genti innanzi a noi un poco, cantando ‘Miserere’ a verso a verso.

Ma Giorgio Assereto avea crollato le spalle, chiedendogli se egli, Lorenzo Salvani, avesse dato il cervello a pigione; e Aloise di Montalto, fior di gentiluomo se altri fu mai, gli aveva soggiunto: Se quel conte apocrifo mandasse una disfida a voi, ed io avessi la fortuna di essere vostro padrino, comincerei da non averlo per degno avversario, e sfiderei per conto mio quei due gentiluomini che avessero ardito presentarsi come suoi mandatarii.

Non le pareva degno di affliggersi, di molestarsi per così poco; voleva vivere gaiamente il più che poteva, stordirsi nei piaceri. Gi

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