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Aggiornato: 2 luglio 2025


Sovra ampio altar, cui porpora di Tiro Fregiata di tesor fascia ogni sponda, Erta splendea Nabateo zafiro Pur sovra base d'or mole ritonda; D'alti piropi luminoso giro Preziose colonne la circonda; Sovra loro, a mirar gran meraviglia, Posa cornice di rubin vermiglia.

Rugge il Reno, i giganti Pioppi fremon su i lidi, Mi corre il vento avanti, Mi cinge d'alti stridi. Il fulgido tesoro Nel sacro Reno immerso Pe' tuoi capelli d'oro Rapisco nel mio verso. Or buia piange l'onda I suoi perduti rai; A la tua testa, bionda Non si torran più mai. Dovevamo andare a Bingen, quella mattina, col vaporetto e quindi al Maüsethurm, e ci eravamo dato convegno allo sbarco.

Fece gettare una tavola fra la barca e la riva e discese a terra, tirandosi sugli occhi il cappuccio Dato uno sguardo al paese circostante che appariva deserto prese un sentiero che costeggiava il fiume, ombreggiato da una parte d'alti alberi e dall'altra d'alte canne e si diresse a rapidi passi verso Quetêna.

Gli umil disiri sdegna quell'alma sopra ogni alma altera. Non per fior giovenil, non per tesoro apron le sante Dive il santo monte. per fior giovenil, per tesoro dee la mia Diva altrui largare il petto. Caro a Talia di Mopso è il dolce canto pien d'alti spirti e di gentili ardori. Or non ha 'l Po di più soavi note? Di più gentil, di più leggiadri spirti?

Ma Leonida aveva una madre che lo adorava; essa, donna d'alti sensi e generosa, avrebbe dato cento figli per la liberazione della patria, ma Leonida era figlio unico e di fisico un poco gracile, benchè d'animo fortissimo. Avea di più contratto le micidiali febbri di Malghera, ov'era stato di guarnigione.

4 Tenea quell'Altaripa il vecchio conte Anselmo, di ch'uscì questo malvagio, che, per fuggir la man di Chiaramonte, d'amici e di soccorso ebbe disagio. La donna al traditore a piè d'un monte tolse l'indegna vita a suo grande agio; che d'altro aiuto quel non si provede, che d'alti gridi e di chiamar mercede.

Ma tu puoi, tu che raccogli, Eco eterna di natura Nella mano Il fragor dell'uragano; Tu che togli Alle selve, al mar, all'etra L'armonia che scande i cieli; E tra i fili della cetra Tu che Dio soffermi e sveli; Tu che cinto d'alti canti Quest'erranti Muse ancor ritorni a noi; , tu puoi, Stretta in man l'antica tromba, Trarne un suon aspro di rame, Che ci tolga dallo strame, Che ci svelga dalla tomba.

« sarete soli a combattere...» Giunsi in Livorno l'8 febbrajo 1849, quando appunto giungeva al governatore Pigli l'annunzio della fuga del duca. E fui pregato d'annunziarla io stesso al popolo, che s'era raccolto per festeggiarmi, dacchè temevano non si trascorresse a violenze contro i fautori noti del fuggiasco principe. Era timore mal fondato. Il popolo livornese è popolo d'alti spiriti, tenerissimo di libert

Onde con pompa sue bellezze onori; Nulla su' manti suoi gemma comparte, Nulla s'asperge di soavi odori; Le belle chiome al vento ivano sparte Argomento a mirar d'alti dolori; del bel collo al puro latte intorno Giransi perle, onde fiammeggi adorno.

8 Dianzi Marullo ed il Pontan per vui sono, e duo Strozzi, il padre e 'l figlio, stati: c'è il Bembo, c'è il Capel, c'è chi, qual lui vediamo, ha tali i cortigian formati: c'è un Luigi Alaman: ce ne son dui, di par da Marte e da le Muse amati, ambi del sangue che regge la terra che 'l Menzo fende e d'alti stagni serra.

Parola Del Giorno

garzone

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