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Aggiornato: 2 giugno 2025


Giana si siede, curvandosi innanzi, poggiando il mento sul dorso della mano, il gomito sul ginocchio; e rimane fissa, col suo pensiero attivo dietro la sua fronte impenetrabile. Mortella. No, Bandino. Non mi parlare come a una bimba capricciosa. E tu stesso parla come un uomo. Lascia per un poco la tua grazia. Non si tratta di farmi sorridere; e, veramente, i sotterfugi sono da ragazzi.

Una fiamma bianca le bruciava negli occhi, come se vi fosse salita da tutto il volto marmoreo: quindi rialzò il piccino quasi all'altezza del proprio mento per appressargli la bocca alla bocca; lo tenne così qualche minuto trionfalmente, sentendo fra le dita il battito affrettato del suo piccolo cuore, e adagio, curvandosi senza baciarlo, lo ricompose sul cuscino. De Nittis aveva chinato il capo.

Il Conte squadrava il servo con occhi così truci, ch'egli sentì venirsi addosso il freddo della quartana: pure, sostenuto dalla virtù del pane, e vie più curvandosi verso terra, soggiungeva Ciriaco: Quantunque non mi sia sfuggito d'occhio che la sua gente, per cento motivi uno più plausibile dell'altro, non va a genio di vostra Eccellenza... Voi avete osservato questo?

Nicla, curvandosi un poco, lo baciò sulla bocca. Egli si svincolò dalla stretta e si guardò intorno. Amore mio, disse, è tardi! Si levò; e Nicla si levò pure con un atto di pigrizia. La luce andava mutandosi. Mentre Nicla cantava, l'oro, la porpora s'erano illanguiditi.

Ma la pallida consigliera gli tappò la bocca con queste parole: Ritardare qualche volta è impedire. E Giusto, il quale non desiderava altro, si diè vinto. Cristina, curvandosi a baciare le labbra che avevano profferito parole di evangelo amoroso, mormorò qualche cosa che Giusto cominciò intendere appena, quando vide la faccia pallidina di Nina tinta d'un lieve rossore.

Ma li curava da cristiano, lavando, fasciando loro le ferite, aiutandoli a mangiare, curvandosi a ogni minuto per spostare la gamba al Vedani, la testa al Giucchetto e le spalle al Vanoni, il quale Vanoni era diventato tetro, perseguitato dal pensiero che il suo polmone fosse stato toccato dal proiettile. Mi diceva che «si sentiva il polmone in sussulto».

Ebbene, e che vuol dir questo? Non sai... lo monta una donna, un uri... Chi? Chi?... È Fathma! Il mio amore! Vola, Abd-el-Kerim! Accorriamo! La faccia dell'arabo si sconvolse trucemente a quelle esclamazioni, però non disse parola alcuna, Montò il remington e sferzò il cammello curvandosi in sella.

E per non trovarsi innanzi alla tenera sollecitudine di quella faccia serena di vecchio, tutta rughe ed amore, girò sui tacchi come sopra un cardine, e se n'andò a testa bassa, curvandosi a raccogliere un fiore che non guardava nemmeno od un sassolino che lanciava distratto a saltellare sul viale...

Laggiù, in quella pianura. In una notte come questa? No, in un'alba freddissima. Perchè lo hanno ucciso? Perchè aveva ucciso. Voi mi dite sempre delle cose tristi ella osservò malinconicamente, con un lagno infantile. Ho torto confessò lui anche questa bell'ora dev'essere guastata. Scusate, cara. Vi assicurò che sono molto infelice. E perchè? ella chiese, curvandosi a interrogare il suo volto.

Rosa ricadde accoccolata, nascose la faccia nelle mani, e scoppiò in lacrime. Seguì un silenzio. Dunque è vero! riprese il padre con una calma sinistra. Poi proruppe a un tratto. S'avvicinò alla figliola, e stringendo indietro le pugna, e curvandosi a bruciarla col soffio ardente che gli usciva dalla bocca, gridò terribile in volto: Chi fu.... Mamma mia!

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