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Aggiornato: 17 giugno 2025
Un breve scalpiccio che s'allontanava, poi un lugubre silenzio non interrotto che dal ciangottare dell'acqua nella vasca della fontana. Nei paesi dell'alta montagna nessun crocchio la sera; la battaglia aspra, cupa della vita, da una avemmaria all'altra, il resto, quando non è del dolore, è del riposo.
E quei due, nella notte cupa, profonda, ai piedi dell'Ercole biancheggiante come un fantasma, non sapevano più altro, non sentivano più altro che i baci, i loro baci e il loro amore.
La sua fisonomia in quell'istante, tetra e cupa oltre ogni dire, faceva un singolare contrasto collo splendido sole che penetrava a larghi sprazzi nel gabinetto.
Altre volte scendeva in una cupa ed oscura voragine anzichè strada, e la lettica sugli omeri de’ muli rimbalzando per la scossa mi faceva temer vicina una gravissima caduta.
Non seppe dir più una parola e rimase confuso, intimidito quando si trovò dinanzi alla duchessa fiera, sdegnosa che lo fissava cogli occhi scintillanti, provocanti, sotto l'ombra cupa del largo cappello di paglia nera. Che vuole, signor Laner? Scusi.... duchessa, balbettò Volevo domandarle.... Parto domattina. Ha qualche ordine per Milano? No! Nessun ordine!
Il Laner voleva mostrarsi offeso, e Nora pensava come doveva incominciare. Chi erano quei due? domandò Pietro pel primo, colla voce cupa e affondando il muso nel bavero alzato del paltò. Amici di Edita. Va bene; ma chi sono? Uno, il banchiere Kloss; l'altro.... il duca di Casalbara. Al Laner, subito, montò il sangue alla testa.
Egli era alto, segaligno, dagli occhi grigi, la cui espressione cupa di smarrimento dava, a prima vista, alla sua faccia lunga, olivastra, col naso leggermente schiacciato, con le labbra sottili e pallide, quell'aria sinistra che rende paurosa la fisonomia d'un pazzo. Vestiva con una certa eleganza; il che era naturale perdio! o che doveva lasciar credere che fosse un marchese da burla!
I suoi occhi si accesero d'una cupa fiamma e le nari si dilatarono straordinariamente. Vieni, Omar! esclamò ella. L
La stufa spenta lasciava il luogo assai freddo; la lampada quasi esausta, l'illuminava imperfettamente; e quella donna rannicchiata nella poltrona, coi capelli sparsi, gli occhi chiusi, la faccia pallida, il corpo tutto come piegato da una violenta angoscia, pareva la superstite d'una cupa tragedia.
Donna Livia era necessaria al duca.... Senza di lei la sua esistenza sarebbe stata cupa e buja come l'inferno.... Mai un raggio d'amore l'avrebbe allietata... Ella era la sola, che egli avesse potuto amare.... Vicino anche a donne più belle avrebbe sempre sospirata la duchessa.... Poi non gli era dessa fedele?... Perchè la perderebbe?... Ah! non resistette!...
Parola Del Giorno
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