Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 16 giugno 2025
Par diventato gentiluomo; non è piú parasito. È desso, per mia fé. Ne vien ridendo: debbe aver fatto pace col boccale. Questo è quello a cui piú crede Crisaulo che al paternostro. Oh poveretti amanti! U' son condotti! PILASTRINO. Addio. Che fai, mia zia? Quant'è che non magnasti qualche putto?
E quel poltron di Lucifero porco facciami come vuol, se ben volesse farmi in pasticci o in brodo o in gelatina. Ma, per parer ch'io non parlo col vino, vorria contarvi pur di questi pazzi: di Girifalco vecchio; e di Crisaulo; e quello scimonito di Filocrate ch'al fin si mangia, in cambio di perdice, la carne de la madre di san Luca tutto l'anno avocata dei tinelli. So ben ch'io sono inteso.
Pilastrino si viene a rallegrare con Crisaulo e mostrali un sacchetto di scudi; e poi si parte da lui per andargli a sotterrare. PILASTRINO. Addio. Rallegrati meco, Crisaulo. CRISAULO. Di cotesti panni a la civile? PILASTRINO. Appunto! C'è ancor meglio. Voglio che noi ridiam, se mi prometti di tacer sempre. CRISAULO. Cosí ti prometto. PILASTRINO. È fatto il becco a l'oca. Oh! co! co! co!
CRISAULO. E che potresti cangiar se non que' panni e quella pelle? o 'l vizio orrendo che non potrá mai mancare in te? poi sai che non possiamo, per noi stessi, cangiar stato e fortuna: ché s'appartiene al ciel. PILASTRINO. Ti vo' insegnare. Avremmo prima a tramutar la robba: verbi gratia, la tua fa' che sia mia. Tu voglio che ti chiami Pilastrino; ed io sarei Crisaulo.
Ché lasci ogni anno cento pezzi d'oro per non dar luogo agli spirti che sempre biasmano altrui; ed or, per quattro soldi, avrá dato da dire a tutta piazza, quest'ignorante. Ma che! Non importa: perché sei cognosciuto da ciascuno per l'uom che sei. CRISAULO. Ho sempre da natura avuto questo, che d'alcuna cosa non mi son dilettato quanto avere il mondo tutto e, se fosse possibile, l'inferno amico.
Pensa se piacque a lui l'essergli tolti, quando è si grave a te, che gli hai rubbati, restituirgli! PILASTRINO. Mi farai morire com'un uom disperato. Se fai questo, non camperò duo dí. CRISAULO. Va'. Son contento. Porta qui tutto quello c'hai del suo. Ed io, perché non mora, ti prometto di lasciartene il terzo; gli altri voglio rendergliel'io. PILASTRINO. Lo voglio fare, orsú!
Ché pure, in vero, non potrei tenergli senza peccato; e forse ancora, un tratto, glieli rendeva io istesso. CRISAULO. Mal per lui, se stava a questo!
Oh se tu fossi, figlio, quel ch'io ti prego ognor! CRISAULO. Non è in proposito. E poi fai 'l grande meco. ARTEMONA. Odi. Oh paradiso! Biat'a lor che v'andranno! CRISAULO. Io non ricerco i tuoi travagli. Dimmi se facesti di quella mia. ARTEMONA. Sí, sí. Lasciami dire. Da poi ch'io ti trovai v'ho messo mano; e 'l dí dopo, in bel modo, feci a Lúcia, ridendo, cenno di voler parlarli.
Gli farai smaltire i sughi, con quelle sopposte che gli hai fatto nel viso da sedere. Cosí si smuove il corpo ai manigoldi che vogliono, a dispetto del padrone, far massarizia: ma la medicina non val niente, se non si continova piú d'una volta il giorno. To', poltrone! Come fa il morto! CRISAULO. Corre e va' riportali.
PILASTRINO. Tu non neghi, adunque, essere in grande errore? CRISAULO. Errore. Ah quanto fòra 'l meglio esser nato in vil capanne, talora, e in boschi che ne l'alte case! Chi nol pruova nol sa. PILASTRINO. Cosí sarebbe piú felice 'l mio stato assai che 'l tuo; ché non mi truovo un soldo. CRISAULO. Senza dubbio. PILASTRINO. È meglio, adunque, che cangiam gli stati e le fortune.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca