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Aggiornato: 7 giugno 2025


Nessuno era stato a domandar di lui, ed il suo lavoro giaceva sullo scrittoio come l'aveva lasciato. Allora era andato al numero 8, alla casa Van Osten e, aspettando in anticamera, aveva udito la voce acuta e infantile della signora Van Osten che diceva: No; io non sono in casa. Ritraversò la strada, convinto che essa, dietro le cortine, lo guardava e rideva di lui.

La lampada ardeva sospesa nel mezzo della volta, con un chiarore placido eguale. Su una sedia era posato il mantello amaranto; su un'altra sedia, il busto di raso nero, il busto che Giuliana s'era tolto a Villalilla nella mia breve assenza; su un'altra sedia, l'abito grigio, quel medesimo ch'ella aveva portato con tanta finezza tra i fiori di lilla eleganti. La vista di quelle cose mi diede un tale spasimo che di nuovo ebbi l'impeto di fuggire. Mi volsi all'alcova, discostai le cortine; vidi il letto, vidi sul guanciale la macchia cupa dei capelli, non la faccia: vidi il rilievo del corpo rattratto sotto le coperte. Mi si presentò allo spirito la verit

Le tenebre ed il vento che continuava a sollevare cortine di sabbia, favorirono la ritirata che si effettuava colla rapidit

Era illuminata da una ricca lucerna che posava nel mezzo d'un tavolo rotondo, su cui stava inoltre in un bacile d'argento una coppa d'acqua limpida; all'intorno elegantemente disposte eranvi sedie coperte di rosso damasco e la finestra, che guardava nel cortile, cinta da splendide cortine di seta. La bionda fu adagiata sopra un letto e lasciata sola. Rinvenne dopo qualche momento.

Ella esala un anelito, quasi che per levarsi faccia lo sforzo di rompere un legame che l’annodi. E appare tra le due cortine trasognata, con la fronte stillante di sudore. Chi singhiozzava? Io stessa? Di’. La Salvestra. No, signorina. Ha sognato. Mortella. E questi fiori? Di’. C’è stata Gentucca? È venuta la Rondine? La Salvestra. Or ora. Mortella. È andata via? Ah, richiamala, richiamala!

La phylophora, dai pampani lucenti, circondava le loro basi e si slanciava in pergole. La maurandia, dai fiori purpurei, ed il phoseolus, dai fiori rosei carichi di profumo, spiegavano le loro cortine. Un ruscello accompagnava della sua sordina i gorgheggi dei rosignuoli, le improvvisazioni alla diavola di una folla di piccoli uccelli che si apparecchiavano a fare la loro siesta.

Cristina mi domandò sotto voce, sbigottita: Che è accaduto, signore? Nulla, nulla. È sveglia? No, signore. Pare che dorma. Discostai le cortine, entrai adagio nell'alcova. Da prima nell'ombra non scorsi se non il biancore del guanciale. M'appressai, mi chinai. Giuliana teneva gli occhi aperti, e mi guardava fissamente. Forse indovinò al mio aspetto tutte le mie angosce; ma non parlò.

Dalle due porte aperte, a destra ed a manca, vedevansi le cortine di acqua delle due cascate. Il sole del pomeriggio rischiarava la stanza. Il rumore della caduta d'acqua era ammortito.

Sovr'al tavolo, ingombro da carte e libri, rosseggiava la stanca fiammella della lucerna; la luce vaga e melanconica di essa sparsa a sprazzi lungo le verdastre pareti e le cortine pur verdi conciliava a cupa tristezza Cipriano, che solo e a capo chino v'attendeva il vecchio duca * di Siracusa, e di tratto in tratto alzava gli occhi verso una clessidra vecchio arnese ereditato da padre in figlio siccome ricordo di famiglia.

I grossi alberi, i rami, le foglie, i fantastici archi e le cortine che parevan chiudere in fondo, in fondo, le imaginarie gallerie fronzute, il terreno cinereo, la radura coperta di sterpi e di tronchi, andavano confondendo linee e profili.

Parola Del Giorno

dell’esule

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