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Aggiornato: 23 giugno 2025


Ecco, t'ho detto chi sono, chi mi manda e che son venuto a fare. GERASTO. Tu sei un correo che corri molto tardi, ché sono arrivati prima essi che la nuova. GRANCHIO. Se avesse avuto cento piedi come un granchio, non arei potuto caminar cosí veloce, come ho fatto, per giunger presto. GERASTO. Io penso che come granchio arai caminato all'indietro.

E tu, amico mio, sbrigati di far presto quello che devi fare costí; e corri per caritá a Milano prima che si chiudano nuovamente le porte del teatro Carcano. Non ti dico che tu ci vedrai la recita di belli versi, sebbene il libretto non debba invero temere di venire al paragone con tanti del moderno teatro nostro.

E disse: Figlio, questa illustre dama sorella di Rugger, detta Marfisa, vien maritata a un uom di poca fama, a un gabelliere, a un marchese da risa. L'avarizia «prudenza» oggi si chiama, e maritaggi forma di tal guisa; però se tu potessi farla tua, opreresti de' beni a un tratto dua. Non dir ch'io t'abbia consigliato a questo; ma corri giostra e tenta la fortuna.

Che di amara radice Amare foglie e amare frutto nasce: Il misero si pasce D'orrore e di paura, Di lacrime e sospiri, Sempre in nuovi martiri, E per lui solo al mondo il pianto dura. ORESTE, tragedia antica. «Va, corri, Beltramo, fa di recarmi tosto la mia armatura.... e la lancia.... e la spada.... e....» «Il pugnale

Orsú vieni, ché non vo' che tu muoia per mia mano: la mia vendetta sia la tua vita infame: sopravivi alla tua codardia! Questa è la casa di Lidia; vo' fare il segno: fis, fis. BALIA di Lidia, AMASIO, LIDIA, DULONE. BALIA. Cintio mio, sète voi qui? AMASIO. ben, balia mia cara. BALIA. Lidia, Lidia figlia, che badi che non corri a ricevere il tuo Cintio? LIDIA. Cintio, anima mia, dove sei?

Pilastrino, avendo cenato col vecchio, esce ebbro di casa: e, caduto di contra a la porta di Crisaulo, la famiglia sua esce fuori con arme dubbitando di romori. PILASTRINO ebbro, FILENO. PILASTRINO. Oh! oh! co! co! Sta', sta', ch'io vengo. Ohu! ! ! Listagiro, corri, ché la casa trema, ca...cade. Lascia, lascia 'l vecchio, ché affumma tutta. Oh! co! co! Ve' ch'io 'l dissi. Eccola in terra.

Qual e` quel toro che si slaccia in quella c'ha ricevuto gia` 'l colpo mortale, che gir non sa, ma qua e la` saltella, vid'io lo Minotauro far cotale; e quello accorto grido`: <<Corri al varco: mentre ch'e' 'nfuria, e` buon che tu ti cale>>. Cosi` prendemmo via giu` per lo scarco di quelle pietre, che spesso moviensi sotto i miei piedi per lo novo carco.

Com'ella vide che vani tornavano e preci e pianti, di nuovo il pregava: Deh almeno, mio Anselmo, giacchè pur corri alla battaglia, fuggi, ah fuggi l'incontro di mio padre. Volgi per piet

Duemila franchi al mese sono un assegno principesco! Oh, Oh! Bagatelle! Come corri! Io m'intendevo dire duemila franchi all'anno. Ah! sclamò il giovine mortificato allora mi sembrano ben pochi! Perchè, diciamola qui fra noi; a che cosa ti devono servire questi benedetti denari fuori di casa? Ad essere buttati via in cose inutili, in cose da nulla, in sciocchezze, in frascherie.

Sta' discosto. O Fannio! o Fannio! A tempo arrivi; corri qua. FANNIO. Che cosa è questa? LIDIO femina. Questo reo omo dice ch'io son femina; e a mio dispetto vuol cercarmi. FANNIO. Che audacia a far ciò ti muove? FESSENIO. Che pazzia induce te a metterti tra 'l padron mio e me? FANNIO. Questo è tuo padrone? FESSENIO. Mio, . Perché? FANNIO. Buono uomo, tu pigli errore.

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