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La legge mi comanda di proferire a mia volta la parola perdono; ed io, per obbedire a questa legge, ti perdono la sola colpa che in te riconosco, quella di aver amato un uomo immeritevole di possederti. I due fidanzati, nell'estasi di un lungo abbracciamento, non si accorsero che la porta si era aperta, che non erano più soli. Speranza e fratello Consolatore entrarono nella rotonda.
Eccoli di ritorno! esclamò con gioia fratello Consolatore. E uscito per un istante, rientrò nell'aula in compagnia di due gentili figure di giovinetto e di fanciulla, entrambi ravvolti in due grandi ali, che proteggevano, a guisa di manto, le rosee delicatezze dei corpi leggiadri.
«Vi è qui alcuno che possegga un ritratto della donna che questo infelice ha creduto di amare?...» Fratello Consolatore si levò in piedi, levò dal portafoglio una fotografia e la porse al primato. Sta bene!... Conducetemi tosto ad una casa di Immolate... L
Ma io lo desidero, con tutte le forze dell'anima. Lo credo, lo credo; rispose il medico, tornando prontamente verso l'alcova. Parlavo d'altro, io; dicevo di voler provare un nuovo rimedio, per calmare la febbre. Ma la visita del gran consolatore si può ricevere ad ogni ora; e sia domani, o doman l'altro, come Vostra Eccellenza vorr
Dio, tu non sei giusto, tu non sei quaggiù la guida della debole innocenza, tu non sei il consolatore degli afflitti, tu... Oh no, perdono... io bestemmio............... ...................................................................
Il prete bianco divenne apostolo, fratello, consolatore della umanit
Povero Don Luigi, egli un uomo inutile! egli la vera, l'unica previdenza di quel piccolo mondo, il solo consolatore, il solo conforto di quelle ignorate sofferenze!
Così parlando, il Virey si ritirò nel vicino gabinetto. Fratello Consolatore cadde in ginocchio presso il letto dell'infermo mormorando una preghiera. Trascorsa un'ora, il Primate di medicina rientrò nella stanza.
Il Sinibuldi, uscito da lui, non ebbe altro pensiero che quello della sua donna e di chiedere però d’essere introdotto nelle stanze di monna Adelagia e di Selvaggia; e non è a dire il contento che ne provò all’udire come subito gli fu concesso! Egli era di nuovo inebriato d’amore! E come avrebber potuto svolgergli pur quella immagine dalla mente tutte quante erano dame e donzelle che aveva incontrato alla festa, coi loro sguardi prolungati, con le dolci parole e i lusinghieri sorrisi, dopo aver riveduta una volta sì gentile e sì bella la sua Selvaggia? Essa era stata per lui assente un essere soprannaturale, uno spirito consolatore, un angelo! Ora non solo la preferiva di gi
Sì certamente, perchè voi siete stato l'angiolo consolatore nelle tenebre della mia agonia, aiutatore, benefattore accettato e deriso ad un tempo, imperocchè io ho sfruttato i soccorsi momentanei della vostra scienza ribellandomi poi a tutte le sue lontane deduzioni e cercando in cuor mio di farla mentire.
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