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Aggiornato: 15 giugno 2025
Ai fini della natura basta che nulla giaccia infecondo, o si disperda sterilmente; poi, che aumentino mille avvoltoi, e diminuiscano dieci mila colombe poco le importa. Immensa macina che infrange reami ed acini, imperatori e lumbrichi per crearne nuovamente lupi, o pecore, od altri animali.
Bruno vuole scrivere un romanzo: la storia delle colombe dell'imperatore. L'ha sempre avuta la manìa letteraria! Gli mandi i miei saluti, al romanziere! disse Gigi una volta. Ma non la conosce! osservò Nicla. Mi conoscer
Ed elli a me: <<Vedrai quando saranno piu` presso a noi; e tu allor li priega per quello amor che i mena, ed ei verranno>>. Si` tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: <<O anime affannate, venite a noi parlar, s'altri nol niega!>>. Quali colombe dal disio chiamate con l'ali alzate e ferme al dolce nido vegnon per l'aere dal voler portate;
Ed elli a me: «Vedrai quando saranno più presso a noi; e tu allor li priega per quello amor che i mena, ed ei verranno». Sì tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: «O anime affannate, venite a noi parlar, s’altri nol niega!». Quali colombe dal disio chiamate con l’ali alzate e ferme al dolce nido vegnon per l’aere, dal voler portate;
Ed elli a me: «Vedrai quando saranno più presso a noi; e tu allor li priega per quello amor che i mena, ed ei verranno». Sì tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: «O anime affannate, venite a noi parlar, s’altri nol niega!». Quali colombe dal disio chiamate con l’ali alzate e ferme al dolce nido vegnon per l’aere, dal voler portate;
Fluttuano innanzi alla immaginazione fantasmi opalini, profili aerei, indefiniti, figurine appena abbozzate: passano nel cielo caldamente azzurro della fantasia le bianche colombe; nella mente del poeta si uniscono, riddano, si fondono, colori, suoni, profumi, sorrisi, apparizioni, baci, sospiri, gridi di passione, e sopra tutto domina sempre una musica lontana, ora dolce e grave come suono d'organo, ora saltellante e bizzarra come tamburello di zingara. Così si ripercuote, echeggia nel verso che sgorga spontaneo e si innalza, come limpida polla d'acqua: così tutto quello che è amore fremente, gentilezza di sentimento, soavit
Se più pacifiche erano e quiete vostre maniere, mal vi credevamo; che la damma non genera il leone, né le colombe l'aquila o il falcone.
Certi mal costumati, e da letture nuove corrotti, e dileggianti il cielo, circondan queste mie colombe pure, ch'io serbo a voi conformi all'Evangelo. Dote non ho che di pianti e sciagure. Signor, Signor, per questo caldo zelo, e se adoprai per la fe' vostra il brando, la famigliuola mia vi raccomando.
LAMPRIDIO. Non posso, sta in gran tempesta, ondeggia. Ridillo, che non t'ho inteso. GIULIO. Vuoi ch'io ne dimandi questo servo? LAMPRIDIO. Me ne faresti piacere. GIULIO. E vedrai quanto t'è stato detto tutto esser bugia. PROTODIDASCALO. Festina i celeri passi, vien alacre, baiula un simposio sive un convivio intiero, ch'è infausto augurio per voi. Vi son colombe, animal di Venere: dinota coniugio.
Ad ogni modo, cionca del rhum. Ma che diavolo vuoi? Ho il tempo per cacciar le colombe, io? La vi era, nel tempo in cui la confessavo come semplice monaco, la vi è restata. Ma tu sei il suo nemico, tu, perchè ella ha domandato la sua mancia su i tuoi affari. Ciò è giusto però, e' mi sembra. Che V. E. Reverendissima mi scusi.
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