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Aggiornato: 19 giugno 2025
In tanto sconforto avrebbe trovato un sollievo quando avesse la sicurezza della clausola testamentaria, ma la sicurezza gli veniva mancando. E il notaio Cipolla come si era comportato? Magnificamente. Non aveva detto nulla al paziente sentendosi legato dalla professione a tacere degli atti consumati col proprio ministero; ma aveva fatto rileggere la minuta alla sua legittima collaboratrice.
La celia diventava saporita per la sicurezza che il notaio Cipolla, tornato a casa, avrebbe detto ogni cosa alla notaia, la quale, in gran confidenza ne avrebbe informato prima l'usciere e poi tutti quanti.
Ma per tre giorni consecutivi non fu possibile a Giusto di arrivare in casa Cipolla prima di Gerolamo; il quale non solo faceva le sue visite quotidiane alla innamorata zoppa, ma le faceva lunghe.
Per l'andito bujo della porta, pigliarono a manca una scala erta e sdrucciolevole per fango, e saliti rasente la muraglia grommata di muffa, si fermarono sul pianerottolo del secondo piano; dove un lumicino tremolante in un vetro a foggia di cipolla, e una porta mezzo aperta, e il romorìo del di dentro, indicavano abbastanza che l
Senti, nipote caro, ti informerai prima tu, che sei in confidenza col notaio... Ma giusto, essendo come di casa Cipolla, non sai il nome della figliola!... non l'hai vista mai? Ecco, ti spiego subito: io non sono niente fatto come di casa Cipolla; io ho conosciuto il notaio in occasione di un certo contratto... Il macellaio aveva chiuso gli occhi per vederci meglio; ma Giusto non aggiunse altro.
LARDONE. Io non ho bisogno ingrammaticarmi; e questi onori dálli ad altri che li desiderano; ché io vuo' piú tosto mangiarmi una cipolla, una radice e ber vin che senta di muffa, quando ho appetito, e a mio modo, e dormir solo in terra e trar corregge a mio modo; starei piú tosto in galea che nel tuo Studio.
Ma ora non ho bisogno di nulla e me ne vado dal notaio. Giusto se n'andò difilato in casa Cipolla. Il notaio era assente; avendo continue sedute con un suo collega per mettere insieme un magnifico contratto di compra-vendita fra due contraenti disposti a corbellarsi a vicenda, poco tempo gli rimaneva in quei giorni di stare in ozio a contare i fatti suoi alla legittima consorte.
Mentre andava empiendo di sgorbi le sue carte bollate, il notaio Cipolla pensava, pensava anche l'oste, e il cameriere pure; e i loro pensieri, avviati sulla medesima strada, erano di meraviglia mista a un lontano sospetto di corbellatura. Ma il testatore era rimasto serio, sapendo bene che se gli fosse scappato da ridere tutto l'intento suo sarebbe fallito. E qual era il suo intento?
Lo fece scendere subito, e traverso i campi, lo ricondusse sulla strada, dividendo con lui un pezzo di polenta fredda ed una cipolla, che sua madre gli aveva dato per colazione. Prima di lasciar Carlo, gli disse: Vai sempre dritto: poi volta a destra e troverai l'ospedale. Oggi è la vigilia di Natale, ti lasceranno entrare. Dacchè il tuo nonno deve uscire domani, è segno che sta bene, e potr
Perchè no un favore? sclamò Bambina togliendo su il tondo della polenta a cui suo fratello non toccava più, e mettendo sulla tavola qualche cipolla, qualche mela ed un pezzo di caccio di capra che civettava la pietra pomice. Un favore? replicò Don Diego sorridendo. Perchè no? quelle bestie lì sanno altrettanto bene leccare che mordere. Il martello della porta scoccò tre colpi.
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