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Aggiornato: 21 giugno 2025
Non parlo in van; ciò che lassù nei cieli Dal supremo Signor non mi s'ascose, Quì consiglia ragion, ch'oggi io riveli; Ascoltami e gioisci: opre famose In soggiogar tiranni aspri e crudeli, In calpestar corone ingiuriose, Faran pur con queste armi i tuoi sublimi; Ma duo fra tanti appariranno i primi.
E dopo quella parola, insieme con la luce di un lampo e col fragor d’un tuono, comparve nella camera del Negromante il fido Aporèma, non sotto la forma del romèo, nè di Rambaldo di Verrùa, nè di frate Gualdo, sibbene sotto quella splendidissima, abbagliante, dell’arcangelo fulminato nei cieli. Nel quale è dimostrato che il diavolo non è così brutto come lo si dipinge.
Vero è che più e meno eran contratti secondo ch’avien più e meno a dosso; e qual più pazïenza avea ne li atti, piangendo parea dicer: ‘Più non posso’. Purgatorio · Canto XI «O Padre nostro, che ne’ cieli stai, non circunscritto, ma per più amore ch’ai primi effetti di l
Così sempre avviene, del resto, e non c'è da maravigliare per questo fenomeno di ottica, che è la cosa più naturale del mondo. Non sono soltanto i colori, che hanno la loro sede nel nostro occhio, come vogliono i fisici. Noi facciamo spesso la nostra prospettiva aerea nel profondo del cuore, e non abbiamo mestieri dell'azzurro dei cieli, quando il sereno è nell'anima nostra.
Il missionario diceva: Qui riuniti, io vi benedico, o miei cari, in nome dell'onnipotente Signore dei cieli e del mondo: forse un sì fausto momento non si rinnover
Render solea quel chiostro a questi cieli fertilemente; e ora è fatto vano, sì che tosto convien che si riveli. In quel loco fu’ io Pietro Damiano, e Pietro Peccator fu’ ne la casa di Nostra Donna in sul lito adriano. Poca vita mortal m’era rimasa, quando fui chiesto e tratto a quel cappello, che pur di male in peggio si travasa.
«Preghiamo. Da salutari precetti ammoniti, ed alla divina istituzione uniformati, osiamo dire: Padre nostro che stai nei cieli»....
Ora Booz inconscio dormiva sotto i cieli; Ruth inconscia attendea, con pia serenit
PILASTRINO. Io, finalmente, come fanno loro, esco di me, divento furioso, divento povero e cosí ridiculo. E in tutte queste cose sento dolcezza. E tanto piú, se sono in quelle fiamme, in quei caldi che pare che 'l mondo giri. E talor veggio i cieli aperti tutti, com'un frate santo, e gli angeli suonare. Io canto e ballo.
Treni in corsa per monti e per radure la rapiron tuonando e sibilando nei giorni d’oro, nelle calde e torbide notti senza stelle: da treni in corsa vide essa le pure albe fiorire in cieli ignoti: e quando s’addormentò sognando sui cuscini, dal sogno all’improvviso la scosse un urto, il secco urlar d’un nome di paese straniero: e niuno era ad attenderla con riso di gioja, ed ella non cercò nessuno; ma, calma, discendendo, il velo nero ricompose sul volto e sulle chiome.
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