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Aggiornato: 21 giugno 2025
«Lui troviam tutti! dissi; e mai governo Del mio cor non faranno atee dottrine, Ma fuor del tempio assai dëisti io scerno. E tu forse a costor più t'avvicine, Che non a quei che dall'Uom-Dio portate Estiman del Vangel le discipline». T'inganni, o giovin! Nel Vangel lo sguardo Figgo come ne' cieli, ed in lui sento Tutto il poter di verit
E se talvolta imponiamo ai laici di coadiuvarci, gli è più per prestar loro occasione di guadagnarsi il regno de' cieli, che per bisogno cui noi ne sentissimo.
E si alzò la visiera, e il Re vide una testa, quale i cieli concedevano agl'Italiani, quando con la testa concedevano anche la facolt
Della tua mente ogni pensier vegg'io, Leggo le pene onde il tuo core è infranto, Scerno fra cotai pene un gioìr pio, Me figurando al Re de' Cieli accanto; Scerno che tu il maggior de' sacrifici Rinnovelli ogni giorno e benedici.
LIDIO femina. Da qua ad un poco te ne diremo l'animo nostro. RUFFO. Ove ci troverremo? FANNIO. Qui. LIDIO femina. E chi prima arriva l'altro aspetti. RUFFO. Ben di'. Addio. FANNIO servo, LIDIO femina. FANNIO. Li cieli ci porgono occasione conforme al pensier tuo di non te lassare trovare oggi, con ciò sia che, andando tu da costei, Iove non ti troverrebbe.
Egli la vedeva scendere per un dirupo irto di sterpi e di spine, coi piedi che le sanguinavano, colle vesti lacere e lorde di fango. Pure, procedeva coraggiosa, con un sorriso di speranza e di fede, cogli occhi e col cuore in alto, nel sereno, ne' cieli, come una santa che aspetta la sua palma di martirio. E dinanzi a quella immagine, Giorgio si sentiva più calmo e più tranquillo. Il tumulto si acquetava, e quel sentimento nuovo, indefinito, dolcissimo di pace e di amore ch'egli sentiva per Maria si diffondeva anche l
Ahi quanto è trista la fortuna della donna! e come è male appagato lo amore di molte nelli amanti! Ahi trista me! che troppo amai. Lassa! che ad altri tanto mi diedi che non sono piú mia. Deh, cieli! perché non fate che Lidio me ami come io lui amo? o che io fugga lui come esso me fugge? Ahi crudel! che chiedo io? Disamar e fuggir Lidio mio?
CRICCA. Guardisi che non moia d'altro caldo che di sole. PANDOLFO. Mangiando che beve? GRAMIGNA. Liquore di pianeti, rugiade di stelle fisse, distillazioni di destini, quinte essenzie de fati, sugo di cieli. PANDOLFO. Come li raccoglie? come se li beve?
E nuovi cieli, splendidi, profondi Come lo spazio, immaginar n'è dato.... Ma dall'estasi, a cui traggonci i mondi Senza cifra, un poëta non è nato! I nostri canti son feti gi
Palpita, come un nido: apri tua fronda, come un rosajo. Il calmo declinare del giorno aduni, in torno al focolare, pie fronti ove rimorso non s’asconda; e le finestre a l’albe senza veli schiudansi per desìo di luce e d’aria, salutando l’allodola che svaria inebriata pel nitor de i cieli; salutando col sol la gioia eterna del moto, e il ritmo de le forze umane.
Parola Del Giorno
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