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Aggiornato: 7 giugno 2025


Vi saluto centomila migliaia di volte, Vostra Signoria illustrissima, Vostra Altezza, Vostra Maestá. ARMELLINA. Oh, quanti titoli! vignarolo. VIGNAROLO. Non sète voi la mia signora, la mia regina e la mia imperadora? ARMELLINA. Che cosa mi porti, vignarolo? VIGNAROLO. Rispondi al saluto prima, poi mi chiedi che porto.

E io a lui: <<Per fede mi ti lego di far cio` che mi chiedi; ma io scoppio dentro ad un dubbio, s'io non me ne spiego. Prima era scempio, e ora e` fatto doppio ne la sentenza tua, che mi fa certo qui, e altrove, quello ov'io l'accoppio. Lo mondo e` ben cosi` tutto diserto d'ogne virtute, come tu mi sone, e di malizia gravido e coverto;

Per le nove radici d'esto legno vi giuro che gia` mai non ruppi fede al mio segnor, che fu d'onor si` degno. E se di voi alcun nel mondo riede, conforti la memoria mia, che giace ancor del colpo che 'nvidia le diede>>. Un poco attese, e poi <<Da ch'el si tace>>, disse 'l poeta a me, <<non perder l'ora; ma parla, e chiedi a lui, se piu` ti piace>>.

Ispirane il desìo de' lochi eterni, E anco i nemici tuoi vinci ed ispira! Chiedi al Signor che tutti noi governi Luce di carit

Decisamente sei male informata. Gli ho scritto questo: "Non mi chiedi consiglio, posso dartene da qui. Ti dico soltanto: pensaci bene prima di decidere. Non sei più un ragazzo, sei un uomo serio, un galantuomo, un lavoratore; devi sapere qual'è la donna che ti ci vuole per farne la compagna della tua vita. Non lasciarti vincere da una passione che potrebbe essere passeggiera.

Ora, amico lettore, il libro è terminato: grata notizia, nevvero? Per me no. Chiedi a chiunque abbia mai veduto il suo lavoro pronto a partire, se non gli è parso nel momento che vergava la parola fine, di sentire una stretta dolorosa al cuore; se alla soddisfazione dell'amor proprio non si è unito un senso vago di mestizia.

Il cane della casa dove abitava, Moringa, mio compagno di passeggiata, fedele ed inseparabile che mi guidava sempre nei siti più belli, stava accovacciato ai miei piedi, quando ad un tratto cominciò ad abbaiare; alzai gli occhi e vidi alla distanza di cinque o sei passi una donna assai ben vestita, che mi fissava con segni di viva paura. «Perchè me lo chiedi, buona donna?».

E infine, sulla frase cara agli amanti, avveniva ancora questo: Tu non mi chiedi mai, Giovanni, se ti voglio bene! Perchè chiedertelo? Non ti piace saperlo? No, non mi piace. Ti tormenta, il mio amore? , mi tormenta tanto. Ma perchè, ma perchè?

E io a lui: «Per fede mi ti lego di far ciò che mi chiedi; ma io scoppio dentro ad un dubbio, s’io non me ne spiego. Prima era scempio, e ora è fatto doppio ne la sentenza tua, che mi fa certo qui, e altrove, quello ov’ io l’accoppio. Lo mondo è ben così tutto diserto d’ogne virtute, come tu mi sone, e di malizia gravido e coverto;

T’arde la fiduciosa alma ne gli occhi, E amor mi chiedi?... Oh, bada. Non trascinarti dunque a’ miei ginocchi, Non ti gettar su la mia fosca strada. Se gaudio e speme a te reca la sorte, Ti scosta

Parola Del Giorno

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