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Aggiornato: 7 luglio 2025
Cirno son io: de l'onda Che mi flagella i liti, Qual d'armonia gioconda, Serbo nel seno i liberi ruggiti; D'odio, d'amor, di sdegno Facil s'accende il petto; Pronto il braccio e l'ingegno Al par del mio moschetto! O madre Italia, e vuoi Che da te svelta io giaccia? Ch' io non aduni ai tuoi I miei sensi, i miei fati e le mie braccia? Chiedi gemme e tesori? Gemme e tesori ho anch'io: Gemme?
"Te respinto dagli usci alfin raccoglie Nelle sue braccia e t'offre un cataletto Entro un lettuccio squallido di foglie Pur dianzi cadute a farti il letto. "E ancora, o Madre pia, culli i tuoi morti A un modo istesso e il nome non ne chiedi; Di pratoline e di virgulti smorti A tutti una ghirlanda alfin concedi.
Tu sei irremovibile come una rupe e io ti ammiro! esclamò il Mahdi. Alzati, parla e io ti giuro che ti darò vivo l'uomo che mi chiedi. Grazie, Ahmed. Il carnefice sparve dietro la tenda. Ahmed si sedette sull'angareb invitando il beduino a fare altrettanto. Parla che ti ascolto, disse. Ahmed Mohammed, disse il beduino dopo aver meditato alcuni istanti. Ti ricordi di Fathma, la tua favorita.
Or s'i' non procedesse avanti piue, 'Dunque, come costui fu sanza pare? comincerebber le parole tue. Ma perche' paia ben cio` che non pare, pensa chi era, e la cagion che 'l mosse, quando fu detto "Chiedi", a dimandare. Non ho parlato si`, che tu non posse ben veder ch'el fu re, che chiese senno accio` che re sufficiente fosse;
Lo terzo, che di sopra s’ammassiccia, porfido mi parea, sì fiammeggiante come sangue che fuor di vena spiccia. Sovra questo tenëa ambo le piante l’angel di Dio sedendo in su la soglia che mi sembiava pietra di diamante. Per li tre gradi sù di buona voglia mi trasse il duca mio, dicendo: «Chiedi umilemente che ’l serrame scioglia».
E un che ’ntese la parola tosca, di retro a noi gridò: «Tenete i piedi, voi che correte sì per l’aura fosca! Forse ch’avrai da me quel che tu chiedi». Onde ’l duca si volse e disse: «Aspetta, e poi secondo il suo passo procedi». Ristetti, e vidi due mostrar gran fretta de l’animo, col viso, d’esser meco; ma tardavali ’l carco e la via stretta.
44 Così non fosse la legge più forte, che contra i peregrini è statuita, come io non schiverei con la mia morte di ricomprar la tua più degna vita. Ma non è grado qui di sì gran sorte, che ti potesse dar libera aita; e quel che chiedi ancor, ben che sia poco, difficile ottener fia in questo loco.
E se di voi alcun nel mondo riede, conforti la memoria mia, che giace ancor del colpo che ’nvidia le diede». Un poco attese, e poi «Da ch’el si tace», disse ’l poeta a me, «non perder l’ora; ma parla, e chiedi a lui, se più ti piace». Ond’ ïo a lui: «Domandal tu ancora di quel che credi ch’a me satisfaccia; ch’i’ non potrei, tanta piet
Con poca lingua e poca ortografia scrivea la storia di Carlo regnante, la qual fu poscia per tant'anni tema a' gran poeti, or è del mio poema. Seguendo con Ruggero il suo discorso, con voce grossa e da gran zelo acceso, disse: Rugger, tu mi chiedi un soccorso, che infinite persone hanno preteso; né so come il costume sia trascorso ad una corruzion di tanto peso.
Tu mi chiedi pene acciò che si satisfacci a l'offese che sonno facte a me dalle mie creature, e dimandi di volere cognoscere e amare me che so' somma Veritá. Questa è la via a volere venire a perfecto cognoscimento e volere gustare me Veritá etterna: che tu non esca mai del cognoscimento di te; e abbassata che tu se' nella valle de l'umilitá, e tu cognosce me in te.
Parola Del Giorno
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