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Aggiornato: 13 giugno 2025
Quali Alessandro in quelle parti calde d'India vide sopra 'l suo stuolo fiamme cadere infino a terra salde, per ch'ei provide a scalpitar lo suolo con le sue schiere, accio` che lo vapore mei si stingueva mentre ch'era solo: tale scendeva l'etternale ardore; onde la rena s'accendea, com'esca sotto focile, a doppiar lo dolore.
Allora alcuna ora di riposo, anche di bene, le fu concessa. Anzi tutto Orsacchio si atterrì la prima volta ch'ei fu chiaro di questa tremenda verit
Ottimamente, illustrissimo; peccato ch'ei sia di paglia quel che abbrucia, e la fiamma debba spegnersi tra poco. Non mi par poi che tutto sia paglia, Cecco mio; tu mi comprendi.... Ci fu qualcosa meglio che paglia in fatti, rispose il ferraio ridendo, questo è verissimo; pure non fu gran cosa.
Fu il Regno di Guglielmo, non tanto per le forze degli esterni nemici, quanto por le interne rivoluzioni, tutto sconvolto. Maione, uomo oscuro di Bari, salì a tanta altezza di potere su l'animo del Re, che nessuna cosa, per quanto grande ella fosse, da altri fuorchè da lui si amministrava. La petulanza di questo Ministro si manifesta dalla domanda ch'ei fece ai Frati di Monte Cassino, affinchè registrassero sopra il loro libro dei Defunti (dove solamente si segnavano Papi, Imperatori, Re ec.) la morte dei suoi genitori: e i Monaci, però che l'adulazione sia stato male di tutti i tempi e di tutti, scrivevano sul libro: Curazza mater Madii Magni Admirati Admiratorum obiit VII. K. Augus. Et Leo pater Admirati Admiratorum obiit VI. I. Sept. Ora non rimanendogli più nulla da desiderare, come Ministro, e Grande Ammiraglio degli Ammiragli, sollevò la mente a più alti disegni. Tentò e vinse l'onest
Lo buon maestro a me: <<Tu non dimandi che spiriti son questi che tu vedi? Or vo' che sappi, innanzi che piu` andi, ch'ei non peccaro; e s'elli hanno mercedi, non basta, perche' non ebber battesmo, ch'e` porta de la fede che tu credi; e s'e' furon dinanzi al cristianesmo, non adorar debitamente a Dio: e di questi cotai son io medesmo.
Gli sembrava aver trovato il mezzo di condurre il duca ad una restituzione senza garrir seco, senza ch'ei potesse offendere Federico. Aveva scorta la via, era risoluto a seguirla, ad additarla al figlio del cavaliere dell'Isola.
Ed io, come colui che intento pende Da labbra eloquentissime e divine, E ogni lor detto all'alma gli s'apprende, Meditando del secol le dottrine, Inclinava i miei sensi alcuna volta Di servil riverenza entro il confine. Tardi vid'io ch'a indegne colpe avvolta Era sua sapïenza, e vidi tardi Ch'ei debaccava per superbia stolta.
Però lo lascio andare a suo talento, poco curando ch'ei piegasse la testa a sterpare qualche fronda, o pascere erba. Giungemmo ad un rio assai copioso di acque a cagione di una serra da mandare il molino. L'Asino vi si tuffa dentro: io ritiro le gambe per non bagnarle: ad un tratto la terra si sprofonda sotto di me, l'Asino scomparisce, ed io mi ritrovo nell'acqua fino alla cintura.
Guido si risovvenne allora dell'oste della Ferrata; e ricordando in quella stretta le parole di contrassegno, ch'ei gli aveva dato, scese improvviso nella grotta dei carbonari.
Io non so s'i' mi fui qui troppo folle, ch'i' pur rispuosi lui a questo metro: <<Deh, or mi di`: quanto tesoro volle Nostro Segnore in prima da san Pietro ch'ei ponesse le chiavi in sua balia? Certo non chiese se non "Viemmi retro". Ne' Pier ne' li altri tolsero a Matia oro od argento, quando fu sortito al loco che perde' l'anima ria.
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