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E questo dico, perchè avendo ella avuto un padre tanto virtuoso ed eccellente, che per il merito delle sue rare virtù, oltra l'avere tenuto le prime cattedre degli studj d'Italia, fu anche chiamato (come sa ognuno che conobbe maestro Andrea Turini), e tirato al consiglio e servizio di due sommi Pontefici, Clemente settimo e Paulo terzo, con tanta onorata provvisione. Laonde, avendo conosciuto il prefato Clemente la molta sufficienza, la intera fede e le sue rare virtù, lo mandò in Francia al servizio, alla cura ed ai secreti di Caterina sua nipote, illustrissima duchessa d'Orliens, oggi serenissima regina di Francia, con provvisione di mille scudi d'oro, ove non stette molto tempo; chè avendo conosciuto il Cristianissimo re di Francia i meriti delle sue virtù, lo elesse fra gli altri eccellenti e nobili, ch'egli aveva, per suo particolar medico, e non con minor provvisione di quella del sommo Pontefice. E s'io mi volessi stendere agli altri virtuosi suoi meriti, mi bisognerebbe più tempo ed altra occasione che di una semplice lettera. Piacemi per non mi stendere in lungo che la S. V. nata di quello arbero, a sua imitazione, cerchi di fare frutti simili a quello. Piacemi ancora che la non voglia degenerare, oltra il padre, dalla natura e dalle belle opere del reverendo M. Baldassare Turini suo zio, il quale per i meriti delle sue virtù, fu da Leone X pontefice massimo eletto per suo Datario, uffizio di tanto onore ed importanza quanto sa ciascuno che ha pratica della corte di Roma; per le quali fu di poi ancora eletto da Paulo terzo, pontefice massimo, cherico di camera, e segretario apostolico, alle opere del quale è obbligatissima di perpetua e grata memoria la terra nostra, per gli belli ed onorati edifizj, come anco per avere rinnovato la memoria (gi

Anche questo non saprete negarmelo. E ditemi ancora. Quando nei concorsi alle cattedre di scuole medie abbiamo esaminato centinaia e centinaia di giovani aspiranti, dobbiamo o non dobbiamo deplorare quasi sempre che questi giovani, pure usciti da codeste nostre universit

«Dalle cattedre, dai libri, dai giornali noi abbiamo reagito costantemente contro l'invadenza di uno spiritualismo micidiale. Ma la superbia umana ha sordo l'orecchio alle verit

In qual modo?... Ma che idee vi fate di una Commissione di concorso alle cattedre universitarie? Si giudica sui titoli che sono presentati; chi ha titoli maggiori riesce. E se uno s'è procurato i titoli con un atto di malafede come il tuo Quinzani? Che mio? protestò Varedo.

Belli sono, o filosofi, i precetti vostri, banditi dalle cattedre e dai libri; eccellenti contro ai mali passati ed ai futuri; ma se il presente incalza, allora natura reclama il suo diritto, e ridendo di voi, li sparpaglia al vento.

Un bel giorno, lontana essendo ancora la guerra, influendo ancora gli scienziati di Berlino, come del resto influiscono tuttora, vergognosamente, perfino sulle attribuzioni di cattedre universitarie italiane, qualcuno pensò ad affidare a Guglielmo Ferrero una cattedra di storia romana in Roma: vicino, dunque, a Giulio Beloch.

E s'intende bene il perché di questa concordia. Da un lato occorreva reagire ai pessimi vezzi della cultura italiana, al fatuo rimbombo delle cattedre d'eloquenza, allo schematismo vacuo pedantesco dei puristi, alle cicalate e alla zazzera degli epigoni romantici: dall'altro molti campi ancora inesplorati della letteratura italiana richiedevano l'applicazione del metodo che dicemmo ottimo, anzi unico, nelle fasi iniziali di ciascuno studio, quello severamente filologico.

Notai come la fede cattolica prevalesse a furia di fuoco, e di forca in Italia e nella Spagna; adesso mi occorre aggiungere che parve anco volesse allagare sempre a modo di lava nei Paesi-bassi, in Francia, in Germania, e perfino nella Svezia, ma l'arco teso si ruppe; la ragione calpestata levò la testa tornando più gagliarda alle lotte, che all'ultimo non perde mai, anzi qui in Italia dove il trionfo del cattolicismo sembrò intero cosicchè i Preti pensarono potere tornare in ballo co' miracoli di Madonne, che piangevano, ridevano, o favellavano, e talora apparivano traverso un pagliaio, tale altra su di una siepe; qui nella potente Italia cessati gli studi teologici, e la opposizione scolastica lo ingegno si raccolse pigliando a consultare il manoscritto originale di Dio, vale a dire l'universo e la natura, buttati via i libri dei dottori: anco qui la Chiesa romana, quasi per istinto avvertita del pericolo, accorse a spegnere; a che prò? Ella non poteva immaginare, che meglio di venti cattedre avrebbe distrutto l'ammasso dei suoi errori un fornello di chimica; gl'Italiani devono, per così dire, ringraziare i Papi se scacciati dal sentiero dove sarebbero riusciti calvinisti, o luterani, o socciniani trovarono la strada della filosofia: le sette più o meno si proposero a fine la riforma, emenda, non estirpazione di errore; la filosofia di altro non si appaga, tranne dell'assoluta verit

Meli tribolava insegnando Chimica senza gabinetto; Garajo chiedeva invano di dettare il suo corso di Istituzioni civili e di rito civile in casa; Frate Bernardino da Ucria, condannato al modesto ufficio di dimostratore, faceva per la Botanica assai più del lettore Giuseppe Tineo. Man mano che altre cattedre si fondavano, maestri valorosi venivan chiamati ad occuparle: l’Ab.

Col Petrarca era egli cresciuto di dimestichezza nel vederlo presso i cardinali a cui profondeva adulazioni; e l'aveva pregato che dall'Italia gli scrivesse. Lo fece il grande Aretino, e poichè gli ebbe dipinto coi colori retorici le rivedute bellezze del paese che Apennin parte, e la festosa venerazione onde l'accoglievano da per tutto, lo esortava a fuggire da quel suo ricovero: Va da per tutto, anche fra gl'Indiani, purchè tu non duri in cotesta Babilonia, non rimanga ancor vivo in cotesto inferno. Avignone è sentina d'ogni abbominio: le case, i palagi, le chiese, le cattedre, l'aria, la terra, tutto v'è pregno di menzogna; le verit