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Aggiornato: 21 ottobre 2025
Nel pomeriggio del 22 maggio Garibaldi con marcia ordinata e celere aveva preso la via di Arona, e mentre per le disposizioni date, tutto doveva far credere che vi avrebbe pernottato, a notte calata le sue truppe facevano un rapido mezzo giro a destra e infilavano, serrate e silenziose, la strada di Castelletto, penetravano nel parco Visconti e trovati alla riva i barconi preparati gi
È un'antica compagna di scuola della zia Vincenzina e venne a cercarla qui, credendo che fosse al Castelletto, E quel vecchietto che pare un ombrello in una fodera troppo grande? È suo padre, il sor Paoletto: un antico sonatore di clarinetto del teatro Regio. E come si chiamano?
Frattanto Paolino aveva fatto baldoria all'osteria di Castelletto. Comandò una piccola, mangiò allegramente accompagnando il pranzo con un litro fino e poscia giocò alle carte col proprietario. Era in vena, quel giorno; vinse e bevette il secondo litro a credenza. Quantunque sopra un muro della cucina si vedesse dipinto un gallo con le parole: quando questo gallo canter
Abbiamo accennato di Luigi XII, che aveva ripreso Genova, ribellata al suo alto dominio; e dobbiamo dir brevemente come fosse andata la ribellione. Al tumulto del luglio, ove il capitano Fiesco, andando a casa sua col miglior proposito del mondo, aveva fatto uno sproposito[tn362] madornale, altri n'erano seguiti, non più potuti sedare dal luogotenente Roccabertino, nè dal governatore di Ravenstein; i quali, lasciato Galeazzo di Salazar con un buon presidio nel Castelletto, dominante la citt
Flora stette a lungo quella sera alla finestra della sua camera, ricordando, meditando, contrastando co' pensieri. Non le era ignoto che dovevano a Cresti una somma di danaro prestata a poco per volta alla mamma nei momenti di tristezza; ma non sapeva che da un anno Cresti fosse il padrone del Castelletto e che a lui dovessero anche questa beneficenza.
»Gli ultimi tre giorni che rimasi con lei non volle sentir parlare di teatro, si diede per indisposta, si chiuse in casa con me, mi colmò di tenerezze, di premure; ricordò colle lagrime agli occhi, col più vivo rammarico la nostra vita d'una volta a Castelletto. E non disse mai una parola per trattenermi.
Meno necessario risultò il Cresti, che accettò volentieri di tornar subito lo stesso giorno a portar le notizie al Castelletto dov'erano rimaste altre anime in pene. E con il Cresti partì anche il Bersi, che da parecchi giorni non vedeva la sposina.
Addio a tutti, e grazie, Bortolo... disse la signorina, scendendo al Castelletto, mentre gi
Bortolo si offrì di riaccompagnarla colla barca fino al Castelletto e nel breve tragitto Flora si lasciò distrarre e portar via dalla gioia e dai discorsi dei suoi compagni di viaggio. Più di tutti era felice la buona Regina, che la gioia mescolata a qualche bicchieretto di vin bianco rendeva più ciarliera del solito e come raggiante di una nuova bellezza.
State a Castelletto, Paolino? domandò. Paolino rispose: Sto un corno. Volete un posto? Vo da tutt'altra parte; accetterei se potessi: buon viaggio. Un bicchiere? Andrea, aiutato dal fratello Carlo che camminavagli di fianco, aveva spinto Flos alla corsa. Non abbiamo tempo gridò. Sia per un'altra volta.
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