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Aggiornato: 10 luglio 2025


Ubaldo continuò: Lei, principe, ha i mezzi, ha l'intelligenza e ha l'energia, disse ninnando la testa con fare cortigianesco dinanzi a don Pio, lei, onorevole Carrani, ha la forza, la coltura, l'influenza. Io non sono, e non voglio essere altro che lo sbozzatore di una colossale statua moderna, loro sieno gli artefici che danno alla statua l'impronta dell'arte, l'impronta del genio!

Come me, osservò scherzando la duchessa. E l'Ubaldo ridendo a denti stretti, rispose: Precisamente. Sfiducia che io non divido, osservò l'onorevole Carrani, che era accusato appunto dalle persone d'ordine, di far l'occhiolino a quel partito.

A don Pio se mancava la cultura seria, non mancava però la perfetta educazione e la scienza di saper ricevere e di fare con garbo squisito gli onori di casa. Nessuno si sentì a disagio quella sera a pranzo a casa Urbani, neppure Maria, che metteva per la prima volta il piede in una casa aristocratica e conosceva allora tutta quella famiglia. La duchessa pure sapeva ricondurre la conversazione sugli argomenti che potevano interessare il Carrani e il Caruso, e avendo sentito dall'accento che Maria era veneziana, le parlava con entusiasmo di Venezia lodando la grazia e la cortesia delle donne di quella citt

Il redattore-capo e il cronista, tutti e due in giubba e cravatta bianca, stavano in cima alle scale, in un salottino che metteva nella grande biblioteca, e salutavano quelli che giungevano, si presentavano scambievolmente le persone che non conoscevano; e se arrivava una signora, erano pronti a offrirle il braccio per condurla in sala, dove Maria, seduta sopra una ottomana fra la moglie dell'onorevole Carrani e donna Teresa Sorani moglie di un ex-presidente del Consiglio, accoglieva col suo fare schietto e disinvolto le signore che le venivano presentate, e sapeva farsi ammirare da loro, come si faceva ammirare dagli uomini.

Creda, diceva l'Ubaldo, l'onorevole Carrani trascina il giornale sopra una via pericolosa, gli fa sposare troppo apertamente i suoi risentimenti personali, lo rende antipatico ai lettori; non può non essersene accorto anche lei. Il principe fece col capo un lieve cenno che poteva significare tanto quanto no.

La duchessa Urbani infilò il braccio in quello dell'onorevole Carrani, mentre don Pio offriva il suo a Maria e s'incamminava prima attraverso il cortile e poi su per le scale. Donna Camilla, leggendo un libro di preghiere, aspettava nell'ampia sala da pranzo.

Alzò la coppa ricolma di champagne e stese il braccio verso il principe e verso l'onorevole Carrani. Tutt'e due cozzarono il bicchiere e la duchessa accostò pure il suo a quello del signor Caruso e degli altri. Maria, con gli occhi luccicanti dalla gioia esultava vedendo il marito dar prova d'intelligenza, vedendolo ascoltato e apprezzato da gente altolocata. Fabio solo taceva umiliato e il sentimento della sua inferiorit

Intendetevi con Ubaldo; disse il principe che non seguiva per nulla il Carrani nella sua esposizione, egli è di l

Quest'ordine, di cui il Carrani non tardò a accorgersi, produsse un uragano. Prima andò al giornale e fece una scena al Caruso e battè i pugni sulla scrivania e lo coprì di villanie. Ubaldo, che aveva il sangue gelato e sapeva sopportare ogni specie d'insulti quando aveva in mira un utile quasi certo, non rispose; affettò anzi una profonda indifferenza.

Fabio ed io che leggiamo i giornali, che vediamo molta gente, ce ne siamo accorti da un pezzo. Piovono alla direzione le lettere degli assidui, che si lagnano dello sfogo delle ire di quell'uomo fegatoso. Non potrebbe, lei, fargli intendere la ragione? Io glielo ho detto, ma il Carrani si crede infallibile e non mi ascolta. Lei, principe, con la sua autorit

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