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«To', il C... che va a Londra, e il V... che va al Cairo, e il B. che canta al Carcano. Se tu avessi voluto! osserva Antonio, ci saresti andato anche tu... A Londra?... Non ci volli mai andare... e se volessi!... E se volessi, troveresti ancora cento scritture! Basterebbe una... ma buona... in un teatro di prim'ordine come baritono d'obbligo...

Frattanto, Italia, sullo stesso sito ove giacciono calpestate ed insepolte le ossa dei tuoi prodi, il tuo vampiro, il tuo mal genio, il vituperevole prete innalza monumenti all'immorale schifoso mercenario che ti deturpa, santifica i carnefici, canta Te Deum alle sue orgie di menzogne e di sangue! E peggio ancora!

El parla cussì ben come uno che canta! E le vecchierelle, rannicchiate sotto le coperte, sospirarono ancora, sospirarono più volte, prima di addormentarsi.

È il rosignuolo; mi dice un contadino che passa e che mi ha dato il buon giorno. Il rosignuolo, quello? esclamo io. Avrei detto un corvo, piuttosto, o una gazza, sua parente. Nossignore, gli è proprio il rosignuolo. Da mezzo giugno in poi, canta così. È nel nido. In famiglia, non è vero? Eh , come vuole Vossignoria. La casa del rosignuolo è il suo nido, e la rosignuola è sua moglie.

La rimembranza delle scene onde la casa era stata il teatro, l'affannava singolarmente. Alla fine fu scosso da' suoi pensieri dal suono d'una musica che intese vicino alla finestra. «Cos'è quest'armoniadiss'egli al suo cameriere; «chi suona e canta a quest'ora tarda

turgide fansi, e poi si rinovella di suo color ciascuna, pria che ’l sole giunga li suoi corsier sotto altra stella; men che di rose e più che di vïole colore aprendo, s’innovò la pianta, che prima avea le ramora sole. Io non lo ’ntesi, qui non si canta l’inno che quella gente allor cantaro, la nota soffersi tutta quanta.

Si ferma per spiare Bagamoio, che nel fondo della scena, a sinistra, si strofina accuratamente le cosce e le gambe con dei fasci d'erbe. canta. I rami della palma sono mani nere che lavano le sabbie aurifere del cielo e nel lento lavoro appare l'oro tremante della luna.

Euripilo ebbe nome e così 'l canta L'alta mia tragiedia in alcun luogo Be' sai tu che la sai tutta quanta

per piu` letizia si` mi si nascose dentro al suo raggio la figura santa; e cosi` chiusa chiusa mi rispuose nel modo che 'l seguente canto canta. Paradiso: Canto VI <<Poscia che Costantin l'aquila volse contr'al corso del ciel, ch'ella seguio dietro a l'antico che Lavina tolse, cento e cent'anni e piu` l'uccel di Dio ne lo stremo d'Europa si ritenne, vicino a' monti de' quai prima uscio;

Tutta esta gente che piangendo canta per seguitar la gola oltra misura, in fame e ’n sete qui si rif