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e vidi lui tornare a tutt'i lumi de la sua strada novecento trenta fiate, mentre ch'io in terra fu' mi. La lingua ch'io parlai fu tutta spenta innanzi che a l'ovra inconsummabile fosse la gente di Nembrot attenta: che' nullo effetto mai razionabile, per lo piacere uman che rinovella seguendo il cielo, sempre fu durabile.

Poscia in mezzo a la plebe il brando gira, Ed aspre piaghe rinovella e scempi, E dove i meno sbigottiti ei mira D

turgide fansi, e poi si rinovella di suo color ciascuna, pria che 'l sole giunga li suoi corsier sotto altra stella; men che di rose e piu` che di viole colore aprendo, s'innovo` la pianta, che prima avea le ramora si` sole. Io non lo 'ntesi, ne' qui non si canta l'inno che quella gente allor cantaro, ne' la nota soffersi tutta quanta.

e vidi lui tornare a tutt’ i lumi de la sua strada novecento trenta fïate, mentre ch’ïo in terra fu’mi. La lingua ch’io parlai fu tutta spenta innanzi che a l’ovra inconsummabile fosse la gente di Nembròt attenta: ché nullo effetto mai razïonabile, per lo piacere uman che rinovella seguendo il cielo, sempre fu durabile.

turgide fansi, e poi si rinovella di suo color ciascuna, pria che ’l sole giunga li suoi corsier sotto altra stella; men che di rose e più che di vïole colore aprendo, s’innovò la pianta, che prima avea le ramora sole. Io non lo ’ntesi, qui non si canta l’inno che quella gente allor cantaro, la nota soffersi tutta quanta.

turgide fansi, e poi si rinovella di suo color ciascuna, pria che 'l sole giunga li suoi corsier sotto altra stella; men che di rose e piu` che di viole colore aprendo, s'innovo` la pianta, che prima avea le ramora si` sole. Io non lo 'ntesi, ne' qui non si canta l'inno che quella gente allor cantaro, ne' la nota soffersi tutta quanta.

turgide fansi, e poi si rinovella di suo color ciascuna, pria che ’l sole giunga li suoi corsier sotto altra stella; men che di rose e più che di vïole colore aprendo, s’innovò la pianta, che prima avea le ramora sole. Io non lo ’ntesi, qui non si canta l’inno che quella gente allor cantaro, la nota soffersi tutta quanta.

32 Così parlava la gentil donzella; e spesso con signiozzi e con sospiri interrompea l'angelica favella, da muovere a pietade aspidi e tiri. Mentre sua doglia così rinovella, o forse disacerba i suoi martiri, da venti uomini entrar ne la spelonca, armati chi di spiedo e chi di ronca.

Zephyro il dolce tempo rinovella Spargendo ovunque vola mille odori Ride l'ampla campagna ornata e bella De rose gigli, de viole e fiori Mira narciso al rio sua fronte isnella Tacinto vede in grembo i suoi dolori In biancha vesta pur come gi

e vidi lui tornare a tutt’ i lumi de la sua strada novecento trenta fïate, mentre ch’ïo in terra fu’mi. La lingua ch’io parlai fu tutta spenta innanzi che a l’ovra inconsummabile fosse la gente di Nembròt attenta: ché nullo effetto mai razïonabile, per lo piacere uman che rinovella seguendo il cielo, sempre fu durabile.