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Aggiornato: 11 giugno 2025
Riparte il treno; sotto il sole di settembre ride e canta il piccolo porto. Sulla tovaglia damascata di Fiandra, la colazione attende; ma dallo spiraglio della porta non se ne vede che un angolo.
T’appare, per la prima volta, Iddio. Ne hai, sommo, per la prima volta, il senso. Te adori in Lui, Lui stringi in te. L’immenso Volto si assorbe nel tuo volto pio. In fiore in frasca in nube in acqua in pianta l’anima inesauribile ritrova la sua gioia d’origine. Oh, la piova d’april ti lavi, o Rinverdita!... E canta.
Canta:
Era intagliato li` nel marmo stesso lo carro e buoi, traendo l'arca santa, per che si teme officio non commesso. Dinanzi parea gente; e tutta quanta, partita in sette cori, a' due mie' sensi faceva dir l'un <<No>>, l'altro <<Si`, canta>>. Similemente al fummo de li 'ncensi che v'era imaginato, li occhi e 'l naso e al si` e al no discordi fensi.
Amo questa maniera di vivere, la quale consiste nell’andar via. Quando la musica del treno canta nelle mie vene d’esiliato, io sento battere in me, più fervida, la poesia della vita. Non è la strada maestra quella che mai conduce verso il dolore. Sono i vicoli tortuosi e bui, le vie di pochi metri sepolte nelle citt
Ma, come macto, egli andare vuole col sentimento della mano, che è ingannata nel suo toccare perché non ha lume per discernere il colore: e cosí el gusto s'inganna, perché non vede l'animale immondo che si pone alcuna volta in sul cibo; l'orecchia è ingannata nel dilecto del suono, perché non vede colui che canta; se non si guardasse da lui, per lo diletto egli li può dare la morte.
Ed è specialmente la voce cantata che tocca deliziosamente il nostro udito e ci procura degli ineffabili piaceri. Il canto è l'unione della melodia alla poesia, e quando esso è l'espressione fedele dei moti del core di chi canta quale essere tanto insensibile potrebbe resistere agli incanti ineffabili di quella voce?
Ildebrandino così la salutò: Valenti, udite: la figliuola mia sa assai bene di leuto e canta di Carlomagno e dei paladini: operate in modo che il suo strumento abbia una corda anche per voi, e la sua bocca una voce per le vostre imprese. Amabilissima figlia, abbiateci grazia!
Gli ebrei seggono nel loro tempio, davanti al loro Dio col capo coperto dal cappello o da una berretta, quasi fossero pari d'Inghilterra, o si trovassero alla borsa. Regna la più perfetta disinvoltura nel canto e nella preghiera; ognuno canta quando vuole, o chiacchiera col suo vicino. Il primo cantore sta davanti al coro.
Sì, canta, canta... E questa è la musica della giovinezza, il rumore delle cose vive, la forza passeggera ed inestinguibile che ha per unica sua meta quella di scendere un pendìo. Come ora canta, nelle origini cantava. Di qui passava e passer
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