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Aggiornato: 1 giugno 2025


Egli pigliava il fresco, seduto su d'una delle pietre che giacevano a piè della cappelletta; e lavorava a formare di canne un arnese, da farne un presente al barone. Appena le due visitatrici l'ebbero veduto, la cascinaia, da donna esperta, rattenne il passo; lasciando che Bianca andasse oltre da . Questa che non bramava di meglio, entrò sotto l'ombra delle querce, togliendosi la pezzuola che tra via s'aveva messa in capo; e il suo volto acceso dal caldo gi

A Garibaldi era noto l'evento per minuto, dal rapporto del comandante Nullo; ma volle con pensiero gentile promuovere l'occasione di manifestarcisi contento di noi, benchè battuti, come se gli ci fossimo ripresentati vincitori. Così il Senato Romano, io osservai sorridendo, andò incontro a Varrone disfatto a Canne.

Mentre il conte Gino attendeva a quella cura, e non senza ridere un pochino del caso suo, un nuovo personaggio entrò nella sala. Era un giovinotto alto e bruno, vestito d'una cacciatora di velluto verde d'oliva; portava le uose di cuoio alle gambe, teneva ad armacollo un bel fucile a due canne, e sulla testa un cappellaccio nero di feltro.

L'usignuolo cantava. Da prima fu come uno scoppio di giubilo melodioso, un getto di trilli facili che caddero nell'aria con un suono di perle rimbalzanti su per i vetri di un'armonica. Successe una pausa. Un gorgheggio si levò, agilissimo, prolungato straordinariamente come per una prova di forza, per un impeto di baldanza, per una sfida a un rivale sconosciuto. Una seconda pausa. Un tema di tre note, con un sentimento interrogativo, passò per una catena di variazioni leggère, ripetendo la piccola domanda cinque o sei volte, modulato come su un tenue flauto di canne, su una fistula pastorale. Una terza pausa. Il canto divenne elegiaco, si svolse in un tono minore, si addolcì come un sospiro, si affievolì come un gemito, espresse la tristezza di un amante solitario, un desio accorato, un'attesa vana; gittò un richiamo finale, improvviso, acuto come un grido di angoscia; si spense. Un'altra pausa, più grave. Si udì allora un accento nuovo, che non pareva escire dalla stessa gola, tanto era umile, timido, flebile, tanto somigliava al pigolio delli uccelli appena nati, al cinguettio d'una passeretta; poi, con una volubilit

Usano costoro per armi da difesa la corazza e la targa, e vi sono anco molti elmi, e da offesa la freccia e gli archibusi, il quale non vi è soldato che non l'usi; ed è ridotta quest'arte in tanta eccellenza, che quanto alla perfezione superano i loro archibusi quelli di ogni altro luogo, ed anco quanto alla tempra eccellente che gli danno: sono le canne di detti archibusi per l'ordinario sette spanne di lunghezza, e portano poco manco di tre oncie di palla, gli usano con tanta facilit

Una grande arcata collega le due porte aperte su l’una e l’altra scala, tutte di pietra gli stipiti gli architravi i limitari, semplici e sode, non ornate se non d’una fascia sola, con un che della nuda forma dorica. Si vede pel vano dell’arcata sfondare l’aria del vespro, ove la selva dei cipressi più e più s’infosca digradando come le canne d’uno smisurato organo di bronzo.

Mentre pertanto si accingono a saltar su, ecco nel canneto udirsi strepito come di cavalli ch'entrando a furia atterrino, e pestino le canne troncate.

5 novembre. L'organo di Donato del Piano è uno dei più mirabili di Europa. Ha cinque tastiere, settantadue registri, e duemila novecento sedici canne. La chiesa è la più grande di Sicilia, il convento uno dei maggiori del mondo. È tutta una piccola citt

Fece gettare una tavola fra la barca e la riva e discese a terra, tirandosi sugli occhi il cappuccio Dato uno sguardo al paese circostante che appariva deserto prese un sentiero che costeggiava il fiume, ombreggiato da una parte d'alti alberi e dall'altra d'alte canne e si diresse a rapidi passi verso Quetêna.

I nostri soldati, seduti sotto i festoni delle viti, piluccavano beatamente i pingui grappoli pendenti di zibibo, a titolo d'antipasto. Lo stato maggiore entrò nell'osteria. L'oste ci attendeva sulla porta con uno schioppo da caccia a due canne e col cappello in mano. Datoci con lieta faccia il benvenuto, soggiunse: Eccellenze! viva l'Italia!

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