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Aggiornato: 11 maggio 2025


Nella visita fatta alla Valtellina nel 1594, il Ninguarda vescovo di Como trovava ricovrati a Sondrio parecchi sbanditi dalla patria, singolarmente artefici di Cardona e del Bresciano; Natalino da Padova, Calandrino da Lucca, Luigi Valesano prevosto di San Mojolo; a Boalzo il domenicano Forziato Castelluzio calabrese; a Poschiavo, frate Agostino agostiniano d'Italia (forse è il suddetto Mainardi), che gi

Avvertito da Fiammetta che non gli è concesso di rattristare troppo a lungo gli altri con i suoi travagli, dopo la quarta giornata il giovane, infelice chiede perdono alle gaie donne e si propone di ridere e di muovere a riso. Però narra la novella dell’usignolo che fu preso dalla figlia, di Ricciardo Manardi, e di Filippa adultera che si liberò con un motto della pena di morte, e di Peronella, e di Calandrino pregno, e del giudice cui furono tolte le brache: torna la fierezza e la nobilt

GHERARDO. Io ho il malan che Dio ti dia. Che febbre! Io mi sento pur bene. SPELA. Dico che voi avete la febbre: lo conosco ben io, certo; e grande. GHERARDO. So ch'io mi sento bene. SPELA. Duolvi il capo? GHERARDO. No. SPELA. Lasciatemivi toccare un poco il polso. Duolvi lo stomaco o pur sentite qualche fumo andare al cervello? GHERARDO. Tu mi pari una bestia. Vuo' mi far Calandrino, forse?

È la coppa d'argento eletto e d'oro fino, ma un negro incantamento serra. Così un divino farmaco Calandrino credè il fior dell'ortica. Tal la vicenda intrica, se pur eterna, nuova. Sei ben cupo, o buffone. Non vogliamci attristare. Su, più lieto danzare e più lieta canzone. Cantiam d'amor, cantiamo. Belle, cantiam d'amore. Vanno le pecchie al fiore. E le fanciulle al damo.

Nicia è un imbecille, parente, discendente di Calandrino: Macchiavelli ha presente allo spirito i migliori tipi boccacceschi, qualche cosa dell'antica ed eterna gaiezza fiorentina gli scoppietta nell'anima. Il suo Nicia non è un uomo, ma una caricatura, che egli si diverte a caricare di ridicolo: lo fa ricco perchè possa essere frodato, dottore per farlo asino, marito per farlo cornuto, quasi impotente per farlo padre; ma accarezzando troppo questa figura del Nicia la mano gli si aggreva. Macchiavelli non è Boccaccio, il critico e il dialettico non sono in lui rattenuti dalla mano dell'artista. Nicia troppo imbecille arriva all'incoscienza e perde ogni interesse: egli, che non sapr

Indarno gli avvocati suoi lo scusavano intemerato, protestando la candidezza dell'animo suo, e come in 28 anni da che era arciprete fosse stato al bene ed al male che s'aveva, fedele alle Leghe, se non devoto, tutto in gran fare per l'anime altrui, non avendo in desio che il bene della religione. Operato bensì che si mitigassero i decreti pregiudizievoli alla cattolica religione, non ordito però mai contro il governo. Quanto al Calandrino non che adoprar seco dispiacere od agrezza, avergli usate quelle maniere di maggior cortesia che il caso permetteva, visitandolo talora, e prestandogli anche libri. Ma qual pro delle difese in caso di stato quando gi

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