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Aggiornato: 10 giugno 2025


C'hai dittu? Aggio ditto... ce steva nu se' carrì nuovo nuovo... Nn'arzari 'a voci! (si guarda intorno. I carcerati hanno compreso e fingono di occuparsi a cose loro, guardando sott'occhi) Vuoi mi pigghiano pe chiddu ca nun sugno? (sottovoce) Dammi. (Peppe gli d

97 Se di provarti c'hai fatto gran fallo, e fatto hai cosa indegna ad un uom forte, d'aver tolto a una donna il mio cavallo, vuoi ch'io prolunghi fin che siamo in corte, lascia Frontino, e nel mio arbitrio d

74 Non fui, come lo seppi, a seguir lento, e per vederti e per provarti appresso: e perché m'informai del guernimento c'hai sopra l'arme, io so che tu sei desso; e se non l'avessi anco, e che fra cento per celarti da me ti fossi messo, il tuo fiero sembiante mi faria chiaramente veder che tu quel sia.

Ch. hor non più omai Che gli sospiri, i guai, gli affanni, e i pianti C'hai fatto & farme inanti: al vento en sparsi. No. Sai perché me fur scharsi: i tuoi soccorsi. Ch. Mai non ti tenni, in forsi, anci, più aperto: Ch'io seppi, ti fei certo: i' non te amava. No. Et hor tua voglia, è prava: come prima: Ch. Gli è più, e men fo stima: ch'io facesse. No. N'hai le voglie rimmesse: in farmi torto. Ch.

Pensa se piacque a lui l'essergli tolti, quando è si grave a te, che gli hai rubbati, restituirgli! PILASTRINO. Mi farai morire com'un uom disperato. Se fai questo, non camperò duo . CRISAULO. Va'. Son contento. Porta qui tutto quello c'hai del suo. Ed io, perché non mora, ti prometto di lasciartene il terzo; gli altri voglio rendergliel'io. PILASTRINO. Lo voglio fare, orsú!

Ben mi duol c'hai troppo onorato boia, che troppo lieve e facil morte fai; che mani e pene io non so nefande, che fosson pari al tuo peccato grande. 72 Mi duol di non vedere in questa morte il sacrificio mio tutto perfetto: che s'io 'l poteva far di quella sorte ch'era il disio, non avria alcun difetto.

Li faccio ben le spese e la somezo e la governo ancor; ma l'è di lui. Maidò, non g'ho da fare é. ORGILLA. O cappachione, si vede pur che sei nato villano, c'hai piú dura la pelle de la testa e de la fronte che non han le bestie. Vo' farti scorto. EPARO. E perché? Non ti intendo, se Dio m'aida. ORGILLA. Perché spuntar fuora non ti posson le corna de la testa. E pur sei becco.

<<Perche' conoschi>>, disse, <<quella scuola c'hai seguitata, e veggi sua dottrina come puo` seguitar la mia parola; e veggi vostra via da la divina distar cotanto, quanto si discorda da terra il ciel che piu` alto festina>>. Ond'io rispuosi lei: <<Non mi ricorda ch'i' straniasse me gia` mai da voi, ne' honne coscienza che rimorda>>.

ARTEMONA. Quel che vuoi, speranza. Non mi fare indugiar, ché non è ora da star per via. TIMARO. Non dubitar, figliuola, ché non sarai rubbata. ARTEMONA. Oh! Basterebbe perder l'onor. TIMARO. Che? la verginitá? Se tu non perdi quelle che hai venduto... che son piú d'un million. ARTEMONA. Dissi l'onore. TIMARO. Oh! l'onor c'hai struziato a mille amanti e mille donne.

Bradamante il destrier suo gli ritenne, e disse: Torna, e serva quel c'hai detto. Ferraù vergognoso se ne venne, e ritrovò Ruggier ch'era al cospetto del re Agramante; e gli fece sapere ch'alla battaglia il cavallier lo chere.

Parola Del Giorno

branchetti

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