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Sapresti servirtene all’occasione? Bandino. È una reliquia. Mortella. Non vi sono reliquie che uccidono? Più tardi, con te, voglio entrare in quella stanza, voglio toccare con te tutte le reliquie e inginocchiarmi con te sul suo inginocchiatoio, fratello e sorella, accosto accosto. Vuoi? Bandino. . Mortella.

Bandino. Te ne vai, Giana? Resta ancóra un poco! Non senti come questa camera è dolce? Mi piace tanto. Non si sa se abbia muri o fronde, cortine o erbe marine. Giana. Bimbo, bimbo, ora non è più tempo d’indugiarsi. La vita precipita. Bandino. Vieni, verso le sette, giù nella Cappella. Sonerò il Ricercare su l’organo. Ma vorrei vederti anche prima. Dove vai? Giana. Non so.

Che pazzia! La Rondine. Veramente, non ami? Non hai amato mai, da che non t’ho più veduta? Dimmelo, a me sola. Confìdati. Mortella. Che è l’amore? Dimmelo tu. Io non lo so. La Rondine. Che altro c’è nel mondo? Ma tu lo sai. Almeno l’amore di Giana e di Bandino non lo vedesti nascere? non l’hai ora sotto gli occhi ogni giorno? Mortella. Quel che è troppo vicino, non si vede. E poi Giana...

Mi sembra d’aver sentito che l’uscio s’è aperto da , che le persiane si sono spalancate da , che qualcuno ha sprimacciato le materasse e sbacchettato la coltre. Bandino. Mortella, Mortella! Mortella. Non è vero? Dici che non è vero? Eppure ho sentito tutta la notte sbacchettare come alle Tenebre della Settimana Santa. Tu no? Bandino. Ah, demente! Mortella. Avresti avuto paura. Bandino.

Io non oserei giudicarla, dire una parola dubbia contro qualunque de’ suoi atti. Se la guardo, il cuore mi si fonde. Mortella. Il mio si serra. Bandino. Vuoi insomma impedirle di vivere? Mortella. Ma io ho vissuto e vivo nella morte, e non sapevo che fosse tanto profonda. Bandino. Bambina! Tu che condanni e colpisci, che sai tu dunque della vita? È ben più profonda ancóra, e più difficile.

M’affatica e m’affanna, come se per non perderla io dovessi compirla e non sapessi in che modo. Mortella. Tanto l’ami? Ella si lascia cadere su i cuscini, senza abbandonare la mano; ed egli le si siede ai piedi. Ella lo interroga con un’ansia mal frenata. Dimmi. Bandino. L’amo, sorellina, ma anche te molto. Mortella. Non potresti vivere senza di lei? Dimmi. Bandino. Sei gelosa? Mortella.

Hai sognato, hai delirato, malvagia folle. E tu mi giurerai... Mortella. Lasciami! Lasciami! Sono a viso a viso, alito contro alito, come in una lotta selvaggia. Mortella si svincola. Ecco Bandino. Il fratello entra. Giana si scrolla e rovescia indietro il capo, con un piccolo riso convulso nei denti splendidi. Bandino. Che c’è? Che avete? Giana! Mortella! Che c’è? Mortella.

La sognante si scuote a un tratto e si scioglie dal braccio della cognata, non contenendo il suo sgomento e la sua agitazione. Mortella. Che dici? Chi è venuta? Giana. Tua madre. Mortella. Mia madre? Giana. . Mortella. Quando? Giana. Or ora. Mortella. All’improvviso? Giana. È certo una sorpresa che ci fa Bandino, per forzare gl’indugi.

Sei tu che hai accompagnata la mamma qui, senz’avvertire nessuno. Bandino. Pensavo che la sorpresa non ti sarebbe tanto sgradita. Mortella. Non ti servire delle solite formole. Non è proprio il caso. Non si tratta di convenienza o di consuetudine. La verit

Suo figlio, Bandino, era al mio fianco; e i suoi due buoni servitori sostenevano gli altri due canti della cassa... Ma egli era degno d’esser rapito da quella Vittoria e da quell’Angelo nominati or ora come i messaggeri d’un riscatto miracoloso.