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Aggiornato: 9 giugno 2025
Forse! assentì Bonaventura, il cui pensiero correva altrove. E adesso, ripigliò il Collini, io che non ho i vostri presentimenti, me ne andrò difilato al banco, per udire a che punto sia la faccenda. Certo, a quest'ora, il Salati e il povero Marsigli sono gi
Appena aprii l'uscio, sentii un grand'urlo un urlo, come di chi prova paura. Mai erami successo in tutta la vita di venire accolto in quel modo nè sapea farmene ragione, per quanto mi scervellassi. L'urlo era stato proferito dalla proprietaria, che finora si era mostrata gentilissima ed educatissima a nostro riguardo. O non siete morto? Mi disse finalmente di dietro il banco l'ostessa.
Naturalmente, di quella relazione la Cecchina non ne sapeva nulla allora; ma il marito, che era un barocciaio e faceva continui trasporti di grano al mulino, aveva sposato quella giovinetta più per i soldi del babbo che per lei; tanto più che il babbo salumaio, aveva una cera da moribondo pel mal di fegato che soffriva, e non gli si sarebbero dati sei mesi di vita; i figli maschi se n'erano andati pel mondo, chi a Lecco, chi a Varese, ed uno fino a Milano; ed il barocciaio calcolava che, morto il vecchio, avrebbe fatto casa comune colla suocera, e sopratutto banco comune nella bottega.
Ecco! Avevo fatto appena una cinquantina di passi, quando sento a gridare di dietro: «Ehi, ehi, quel giovane.» Pensando che si potesse parlare a me mi volto, e vedo il garzone che correndo mi raggiunse in breve e mi disse: «Venite, il padrone vuol ancora parlarvi.» Tornammo insieme nel fondaco. «Sapete voi che cosa mi scriva quel birbante?» (ha detto proprio così) mi domandò suo zio con voce di collera. Io risposi che non sapevo di niente. «Date qui quella lettera!» soggiunse ancora più burbero e sdegnoso. Io glie la diedi: la prese, la girò e rigirò fra le mani, la spiegazzò quasi con rabbia e poi la gettò senza aprirla sopra il banco. «Che cosa fate?» mi domandò ruvidamente, vedendo ch'io non muoveva. «Aspetto la risposta,» gli dissi. «Eh! non c'è risposta da fare, mi disse di mala grazia; andate pure pei fatti vostri.» Ero gi
Il guernire a gallon divenne gramo: fu moda lo scarlatto col ricamo. Sessantadue paladini il tal anno abbandonâr delle servite il fianco; parte per gelosia, chi per inganno, e chi perché il borsel gli venne manco. Mille famiglie l'altro ebbero il danno, pel lusso e pel puntare e pel far banco, pel far de' scrocci e prendere ad usura, di fallire e ridursi alla verdura».
Spirava da terra una brezza leggiera. E temendo l’ammiraglio che non vi fosse in vicinanza qualche scoglio o banco di rena nascosto, rimase in panna fino a giorno ben chiaro.
Poco oltre il banco un forte cancello di ferro separava questo spazio dalla rimanente sala, ed anche l
Forse.... È vero, ho fatto da me la mia educazione, la mia carriera. A quattordici anni, i miei genitori, ch'eran poveri, dovettero ritirarmi dalla scuola e mettermi in un banco di cambia valute.
Sicuro, il cognome ce l'ho, e il banco del pari; ma un banco da menarvi la pialla; il cognome, poi, posso andarmelo a spendere! In questi discorsi il nostro Pasquale era sceso dall'erta di Mascherona, per andarsene poco lontano, dove ci aveva casa e bottega. Ma più s'avvicinava ai dolci penati, e più gli sbollivano le ire.
La povera gente, gli operai, si accalcavano al banco: il venditore smerciava perfino duecento porzioni del suo manicaretto in una sera. Alcuni avventori, preso il piatto e la forchetta, si allontanavano dal banco, si mettevano vicino alle case, e voltati verso il muro, diluviavano allegramente. Era quella l'ora della ritirata militare!
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