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Aggiornato: 7 giugno 2025
L'altro poi era pallido, e di aspetto gentile: copiosa e ben composta la chioma bionda, tardo e mesto a guardare e a parlare: sovente distratto: qualche volta sospiroso: si fermava, trasaliva, la commozione interna svelava col tremito del labbro superiore, e coll'agitarsi degli estremi peli dei baffi. Le vesti, i nastri, le trine del colletto e delle maniche elegantissime.
E quel signore dei baffi bianchi è il generale, il cadetto della famiglia. Come? come? il capitano, quello? così smilzo allora, e così biondo, che lo chiamavano l'Arcangelo Gabriele? Lo hai lasciato capitano, biondo, smilzo, ed ora è complesso, bianco e generale; rispose Albertina, ridendo. Pensa, caro mio, che son passati venti anni. È vero; conchiuse Maurizio, chinando la testa.
Nostro padre pensava maritarvi, disse affrettatamente il duca, che voleva finirla.... Comprendo: voi volete che vi pensi anch'io.... Infatti, siete nata pel mondo voi.... Egli sorrise sarcasticamente, passando le dita nei suoi folti baffi neri.
Azzo Carbonera robusto e biondo uomo sui trentott'anni, aveva bella e ritta la persona, ardito aspetto, occhi splendenti, lunghi baffi, folta capigliatura. Cospiratore a vent'anni, e scoperto, la sola fuga lo avea salvato dalla forca: quanto duro gli era stato l'abbandono della sua cara Sondrio, della nativa Valtellina, delle Alpi sterili e nude, ma italiane! Valicato lo Spluga, s'era condotto attraverso le inospiti vallate grigione a Bellinzona, e di l
Tina s'incantò a guardarla: le parve di vedere ancora la stessa tenerezza ne' suoi occhi così accesi, e quello stesso fremito nella sua bocca di giovane, sotto i baffi appena nati, mentre la signora Cesarina aveva invece parlato di un signore molto rispettabile, capace di farle del bene.
Poi quella testa si alzò sfiorandole quasi il ventre per cominciare la nuova fila, e allora Tina riconobbe la faccia di colui, che pel primo l'aveva fatta gridare nella camera della signora Cesarina: erano gli stessi occhi freddi, quei baffi rossi, sotto i quali il sorriso aveva una piega così cattiva.
Qualche senatore gottoso che si faceva recitare gl'Inni Sacri, o l'Addio ai monti del Manzoni: qualche vecchio professore della scuola romantica, qualche pivellino che si raspava la pelle per farsi crescere i baffi, e finalmente qualche ufficiale superiore colla pancia e cogli occhiali, erano i soli adoratori, e i ballerini delle ragazze.
Sì, un arabo esclamò Fathma con veemenza. Era alto, dal nobile portamento, capelli e baffi neri. Sì, proprio così, proprio così, balbettò l'almea. L'avete conosciuto anche voi? Era... Era un mio amico. Ah! fe' il generale. Lo conobbi a Duhem assieme al capitano Hassarn. Un rauco sospiro sortì dalle labbra contratte di Fathma e la sua fronte si coprì di stille di sudore.
Ce ne portarono due bottiglie e i secondini, con la premura di dissetarci, ci diedero l'impressione di persone che non incrudeliscono col Regolamento. Anche colle mani libere, sembravamo galeotti autentici. Romussi, coll'ala del cappello floscio che gli ombreggiava la faccia fuligginosa, col solino gualcito e annerito dal sudore e coi baffi sottosopra, aveva assunto l'aspetto di un uomo feroce.
Dalla campagna non si può tornare? disse Filippo, sorridendo e stringendo la mano alla fanciulla dai capelli fulvi. Chi c'è? Chi c'è, Giselda? chiesero più voci dal salotto. C'è Flopi che si arriccia i baffi! rispose Giselda Fioresi; e ridendo uscì per andare a prendere una cartella di musica. Davvero, Flopi? esclamò la contessa Bianca, apparsa subito sul limitare.
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