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Facemmo adunque piu` lungo viaggio, volti a sinistra; e al trar d'un balestro, trovammo l'altro assai piu` fero e maggio. A cigner lui qual che fosse 'l maestro, non so io dir, ma el tenea soccinto dinanzi l'altro e dietro il braccio destro d'una catena che 'l tenea avvinto dal collo in giu`, si` che 'n su lo scoperto si ravvolgea infino al giro quinto.

Per Valeria nulla contava, nulla esisteva all'infuori di Nancy, di Nancy che pure con dolce mano incosciente le aveva tutto rapito. Anche lui, non si era staccato da lei, preso e avvinto da Nancy? E penso a te, Valeria, seguitò Nino, con voce bassa e tremante, a te, di cui io ho calpestato il povero cuore... Non importa, non era colpa tua, disse Valeria con un piccolo singhiozzo.

Facemmo adunque più lungo vïaggio, vòlti a sinistra; e al trar d’un balestro trovammo l’altro assai più fero e maggio. A cigner lui qual che fosse ’l maestro, non so io dir, ma el tenea soccinto dinanzi l’altro e dietro il braccio destro d’una catena che ’l tenea avvinto dal collo in giù, che ’n su lo scoperto si ravvolgëa infino al giro quinto.

E d'onde dee tornar, di gloria cinto, Al freddo abbraccio Di lei che invano egli amerìa d'amore, Mentr'ella ha il cor dal dover solo avvinto. Ella tutto darebbe e lo splendore Delle sue caccie, E le sale dorate ov'ella deve Sotto un sorriso ascondere il dolore, E le vesti per oro antico gialle, E pur le candide Storiche perle della sua corona, E il feudo antico e monte e piano e valle,

Ella è immagine del Redi, comecchè da argomento festoso io l'abbia trasportata a soggetto dolente: bel raggio è un raggio acceso Di quel sol, che in ciel vedete, Che rimase avvinto e preso Di più grappoli alla rete. REDI, Ditirambo. ERODOTO. Storie, lib.

SENECA Signor del mondo, a te che manca? NER. Pace. SENECA L'avrai, se ad altri non la togli. NER. Intera l'avria Neron, se di abborrito nodo stato non fosse a Ottavia avvinto mai. SENECA Ma tu, de' Giulj il successor, del loro lustro e poter l'accrescitor saresti, senza la man di Ottavia?

Fra il principe e sua moglie, lo sappiamo, s'era da lungo tempo impegnata una partita accanita, e la posta del giuoco era la vita di Curzio, quel giovane ch'era avvinto alla principessa con un misterioso legame.

Presentendo soccorso dagli amici, valoroso sempre, egli fece uno sforzo supremo, che valse parte ad infrangere e parte a sciogliere i legami con cui lo avevano avvinto. Inerme come era, abbrancossi ai suoi carnefici, che armati cercavano di trafiggerlo in ogni senso. Il suo sangue correva a ruscelli senza scemare il coraggio della difesa.

Ed Alvise? Se v'era persona al mondo a cui il Sant'Angelo sarebbe stato lieto di poter mostrare, anche col massimo sacrificio, la propria devozione, era quest'uomo, ultimo erede di un nome, ch'egli era stato abituato a benedire fin dai primi giorni dell'infanzia: il figlio del patriotta esemplare, del generoso amico, alla cui abnegazione egli doveva la vita, la salvezza, le cure dolci e indimenticate del padre suo. Il giorno, in cui l'aveva visto entrare, ospite inatteso nella sua casa, era stato per lui una grande gioia di fratello ricordevole ed amoroso. E quando ne' primi momenti del loro avvicinamento egli ebbe appreso dalle labbra di Alvise la storia triste della giovinezza di lui, trascorsa così priva di ogni gioia, in mezzo alle conseguenze dolorose lasciate nella famiglia desolata dalla tragica morte di Gottardo Polverari, aveva egli sentito non solo accrescersi quella riconoscenza alta e profonda, che i suoi vecchi gli avevano inspirata come un dovere sacrosanto, ma s'era trovato avvinto istintivamente, potentemente, da un nuovo sentimento di simpatia, di piet

Facemmo adunque più lungo vïaggio, vòlti a sinistra; e al trar d’un balestro trovammo l’altro assai più fero e maggio. A cigner lui qual che fosse ’l maestro, non so io dir, ma el tenea soccinto dinanzi l’altro e dietro il braccio destro d’una catena che ’l tenea avvinto dal collo in giù, che ’n su lo scoperto si ravvolgëa infino al giro quinto.