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Aggiornato: 14 maggio 2025
Si avvicinano i tempi fatali. Manfredi, alla dimane convocato il consiglio dei suoi, così favellava al Conte Giordano d'Angalone: «Or via, vedete, Giordano, se vero è stato il nostro presagio? Non ve lo dicevamo noi, che da questa tregua non avremmo ricavato altro che la infamia di averla proposta?»
O Bellezza! Io dai primi anni ti ho alzato un altare nell'anima, dove ti sacrifico i più dolci dei miei pensieri; pensieri che, me levando da questa creta mortale, mi avvicinano al Creatore di tutta bellezza; ma nè io ho parole, nè credo che veruno umano eloquio le possieda, capaci di significarti degnamente: se potessi appormi la carta sul cuore, e improntarla dei suoi palpiti, forse aprirei alle genti concetti non mai più uditi: però questo nè a me, nè ad altri fu concesso, e le mie immagini è forza che si rivelino incomplete, vaghe, e confuse; onde se la fantasia di chi legge non supplisce al difetto, io dispero farmi comprendere.
Se non fosse per questo, risposi, sarei lietissimo di avere la parte mia nel fargli mancare una lettera; tanto ho desiderio di essergli presentato. È, a detta di tutti, un gran gentiluomo. Ma sì, fa questo effetto su quanti lo avvicinano; replicò la contessa. Sono una moglie fortunata, e sfortunata ad un tempo. Sapete che le belle signore se lo contendono?
Anche con l'Almirante dovremo tacere? Sì, anche con lui; disse la marchesa di Moya. E non per lui, s'intende, ma per gli altri che lo avvicinano. L'Adelantado suo fratello! notò il Fiesco. Il suo figliuolo Fernando!
Vede la loggia imperiale; vede Nerone, pingue, miope, dagli occhi lippi, che si contorce dalle risa: un volto volgare, sul quale lo stravizio ha impresso le sue orme; vede i crocefissi, che si contorcono fra gli spasimi dell'agonia; vede fiere che si avvicinano in piccoli, eleganti balzi alle vittime, avide di sbranarle; vede corpi umani nell'arena, mutilati, sbranati; fiuta l'acre odore del sangue, e sopra il suo capo si estende l'azzurra volta del cielo, così bella, così bella, quasi così bella come nel suo deserto.
Accendo un lume, prendo un libro. Mentre sto per chiudere la finestra, un lontano rumore mi colpisce. Parmi d'aver inteso un grido, un altro; poi silenzio. Che succede all'altro capo dell'abitato? Segue un confuso vocìo. Passano alcuni minuti di quiete profonda, un cane abbaia e mugola. Due contadini si avvicinano a passo a passo. Parlano fra loro a monosillabi, sembrano commossi, spaventati.
Guardate, o signori del Tribunale: con una frase molto semplice, in un altro punto, in un altro suo libro il magistrato che io vi ho ricordato pochi minuti or sono, descriveva quale è il diritto che si è voluto tutelare con queste sanzioni. Io purtroppo ho perduto le carte, ma mi ricordo a memoria. Diceva Aristo Mortara in un'altra pubblicazione: «Il legislatore ha voluto che il galantuomo il quale va a spasso con la sua signora o con i suoi bambini non sia turbato e offeso da qualche cosa che sotto forma di disegni o sotto la forma di scritture gli sia offerto in vendita nè posto sott'occhio.» Voi conoscete, voi tutti sapete che vi sono dei girovaghi nelle pubbliche strade i quali si avvicinano a Tizio, a Caio, e dicono e promettono: «noi abbiamo, noi possiamo, noi vi diamo; guardate, leggete....» e vi invitano in un portone, in un cantuccio ad esaminare la merce. E noi abbiamo quelli che vendono cartoline postali oscene e libri i quali nell'interno non contengono alcuna oscenit
Tutti si avvicinano a guardar meglio. Quelli che prima non avevano saputo trovar traccia d'uom conosciuto in quel cadavere, ad una voce gridano: È lui... E a quella parola, come se in quel corpo si fosse scoperto il fatale gavacciolo d'un appestato, tutti dileguarono... e la povera donna svenuta ed i figliuoletti strillanti furono lasciati col
Il principe non aveva nessun sospetto ingiurioso per la principessa, ma credeva Fabio il cronista particolare di lei, alla quale, non riconosceva attrattiva di sorta, e la relegava nel numero di quelle donne che, quando non destano repulsione, lasciano freddi e indifferenti quanti le avvicinano.
Ma non in tutte le opposizioni Marte giunge ad avvicinarsi alla Terra in egual misura. Mentre l'orbita della Terra è quasi esattamente centrata sul Sole, quella di Marte è invece notabilmente eccentrica: la loro proporzione e disposizione può vedersi rappresentata nella figura qui a lato, dove S rappresenta il Sole, il circolo minore è quello della Terra, il maggiore quello di Marte. Ora si vede subito, che quando i due pianeti si avvicinano fra loro nella parte più serrata dell'intervallo fra le due orbite, la Terra essendo in T e Marte in M, si ha il massimo avvicinamento possibile, siccome (con poca differenza) è accaduto nel 1877 e nel 1892, e di nuovo accadr
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