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Aggiornato: 15 giugno 2025


Cammina a stento sempre travagliato dalla sua gamba inferma ma il portamento ha qualche cosa di nobilmente austero. Entra nel palazzo Sampieri e prende da solo l'ampio scalone che conduce agli appartamenti. Il suo sguardo gira all'intorno colla compiacenza di chi osserva oggetti ricchi di memorie ed il cuore gli batte palpiti precipitosi.

Giovani tutti, ma di austero sembiante, come sono in generale i discendenti del gran popolo che non han degenerato e che poterono sottrarsi al contatto pestilenziale degli scarafaggi; i romani venendo da diverse direzioni, concentravansi tutti, favoriti dalle tenebre, per diversi anditi nel sotterraneo.

All'improvviso comparir del padre Apollinare, gelarono le parole sul labbro della tremante giovinetta, si snebbiò subitamente il volto della vecchia, e l'abate Celso, fulminato da quel noto sguardo austero, indietreggiò d'un passo; ma, nella confusione del momento, non si scordò d'intascar prestamente il tomo del Pascal, che teneva ancora fra mano.

Austero fin troppo! notò il Giuliani, rattenendo il passo egli pure, e alzando gli occhi a quella volta. È il più bel luogo che io mi conosca! sentenziò lo sconosciuto, con un accento malinconico che contraddiceva alla lode. Non vorrete venire una volta a vederlo? chiese amorevolmente il Salvani.

Il quale con modo austero, come soleva, gli disse:

Venne il tempo disse il Conte con voce solenne; poi, composto il volto ad austero atteggiamento, proseguì: Però, miei nobili amici, vi supplico a rispondere innanzi a questa mia domanda: Se Dio, scongiurato tutte le sere prima di adagiare le mie membra sopra le piume, e tutte le mattine aperti appena gli occhi alla luce ardentemente, lungamente per un voto, che sul capezzale lasciava, e sul capezzale io rinveniva: se Dio, che udiva la mia preghiera raccomandata dai Sacerdoti in mezzo al santo sagrifizio della messa, dai canti delle vergini sacrate, dalle orazioni dei suoi poverelli: se Dio, dopo avermi disperato di concedermi ascolto, allo improvviso, per un tratto della sua misericordia infinita, i miei desiderii oltre la speranza adempisse, non avrei, dite, ragione di esultarne io?

Questo grido disperato echeggiava per tutti gli angoli della mia casa, nel salotto austero che prendeva sotto il sole un ardore di fiamma, nel giardino tante volte percorso insieme, nel bosco delle acacie dove una sera mi ero sentita invasa dai suoi ideali, alla finestra che sembrava aver ritenuto l'eco della sua voce prorompente nel silenzio della notte, sul guanciale in cui avevo soffocati i primi singulti del mio amore.

Era con quella veste di seta che Giovanni Serra, vedendola tutta bionda e gentile, tutta piccola e graziosa, tutta fine e giovanile, con un gran cappello di merletto crema, col vento che sollevava e gonfiava la molle stoffa, in quella veste le aveva dato, il più buono, il più onesto, il più innamorato de' suoi adoratori, le aveva dato il soprannome poetico e quasi fragile di madame la marquise. Dinnanzi al tessuto chiaro e morbido su cui si delineavano delicatamente i fiorellini rosei, Emma Lieti vedeva risorgere nella sua immaginazione la sola figura degna di uomo, incontrata, nella vita, quel Giovanni Serra dai fieri occhi d'un azzurro d'acciaio, dalla figura snella ed elegante, dai capelli che erano passati al castano: quel giovane adoratore così ardente, e così mite, così geloso e così indulgente, così austero per i terribili e continuati peccati di frivolezza che ella commetteva e così disposto irresistibilmente a perdonarglieli. La veste di seta dai tenui colori le rammentava quell'uomo che solo aveva osato rimproverarle l'infinita nullit

Dalla finestra. Sapete che è bello il vostro studio? Poh! Ma assai bello. È così austero, tranquillo. Volete dire che ci si deve seccar molto, non è vero? Naturalmente! Non ci siete che voi capace di apprezzarlo. Oh mi ci seccherei anch'io. Mi piace quel soggiuntivo. Ho detto mi seccherei perchè non ci sto mai. Ha l'aria tanto abitata.

I nostri tre viaggiatori giunsero finalmente a un punto della costiera, ove la stradicciuola si partiva in due, l'una che seguitava al basso, l'altra che saliva dolcemente verso il poggio coltivato, su cui torreggiava il palazzotto. Ecco la Montalda! disse Lorenzo, fermandosi. Un edifizio austero, ma bello.

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