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Aggiornato: 8 giugno 2025
Il povero cuore prese a batterle in petto con violenza e le venne voglia di piangere, come un bambino, che si sente vittima dell'ingiustizia. Nello stesso tempo il cane abbaiò staccandosi dal letto e balzando verso l'uscio Che cosa aveva Wise?... Ella lo seguì dello sguardo, e stette sorpresa, quasi spaurita, con gli occhi grandi aperti.
Roberta stava distesa sul letto, ad occhi aperti; le visioni pispigliavano nell'ombra, e se ne udiva il passo cauto o il volo maligno d'arpia; qualche inesplicabile romore nella camera o in giardino dava tal brivido alla fanciulla, che le tempia le s'imperlavano di sudore, ed ella era incapace d'allungar la mano ad accendere il lume.
A che condizione, occhi miei, sete, che chiusi il ben, e aperti il mal vedete? 63 Il dolce sonno mi promise pace, ma l'amaro veggiar mi torna in guerra: il dolce sonno è ben stato fallace, ma l'amaro veggiare, ohimè! non erra. Se 'l vero annoia, e il falso sì mi piace, non oda o vegga mai più vero in terra: se 'l dormir mi d
Virginia!... Virginia mia! balbettava quasi senza sapere. A un tratto si scosse; guardò la morta da vicino e continuò a guardarla sempre più intensamente, negli occhi vitrei rimasti aperti, velati appena dalle lunghe palpebre.
Ha le parole che uscivano rotte e confuse dalle labbra dell’adolescente non erano di amore. Pallido, ansante, e cogli occhi mezzo aperti, egli andava dicendo:
Anche ieri notte, tenendo gli occhi aperti, vidi a un tratto empirsi la stanza di luce, ed entrare una bellissima gentildonna vestita di celeste, tutta ingemmata, la quale essendosi fatta accosto al letto si curvò, pose il suo volto accanto al mio, mi baciò in fronte, e sparve: le sue labbra erano ghiacciate, e il freddo mi strinse il cervello.
Se la commedia tripudia nella gioia del proprio istante, presto si cangia in farsa; se pensa nel proprio tripudio e sale fino alla satira, tramonta tosto nella tragedia. Essa non è dunque che un sorriso su due labbra fatte per parlare o in due occhi aperti per vedere.
La sala, lindissima, era rischiarata da parecchi finestroni aperti, sporgenti sul giardino, da cui penetravano, nel tempo stesso, il sole a grandi ondate, la brezza, il cinguettare degli uccelli che folleggiavano negli olmi, ed il profumo dei fiori delle aiuole, misto all'odore delle vivande. Delle tavole, senza mensale, coperte di tela verniciata, correvano da un capo all'altro della sala.
Era tanto strazio, tanta passione in questo grido dell'anima, che la malata aperse lentamente le palpebre e guardò. Gli occhi chiari, aperti, spauriti, gonfi di lagrime, la fissavano con tenerezza, con passione; più non erano severi, più non esprimevano rimprovero.
Anselmo, aperti gli occhi, conosce il Caserta, e mormora tra sè: «Ora sono perduto davvero.» «Io sono Rinaldo, Anselmo.... perchè vi dite perduto?» «Satana sta al capezzale... aspetta l'anima al varco... egli ha ragione... è cosa sua... io ho ben veduto che voi siete il Caserta...» «O amico mio, Dio sa se forte m'incresce del vostro male...» «Lo so, amico, lo so.» «Io perdo il più fedele...»
Parola Del Giorno
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