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Aggiornato: 14 giugno 2025
Emilia, sebben premurosa di conoscere in qual modo fosse sparito dall'appartamento del nord, nondimeno volle sospendere questa soddisfazione finchè non si fosse rifocillato, ed avesse parlato a lungo colla sua Annetta, la cui gioia non sarebbe stata così stravagante se fosse risorto dalla tomba. Emilia, intanto, rileggeva le lettere de' suoi amici.
Nell'aprir la porta, intese alcune voci, e vide un lume in fondo al corridoio. Era Annetta con un'altra serva. «Ho piacere che siate venute,» disse Emilia; «qual cagione vi ha trattenute tanto? Favorite di accendere il fuoco. La padrona aveva bisogno di me,» rispose Annetta un poco imbarazzata. Vado subito a prendere le legna. No,» disse Caterina, «è incombenza mia.» Ed uscì.
Lo sento spesso quando soffia più forte del solito, e scuote le porte della galleria. Ma perchè non volete coricarvi? credo non vorrete restar così tutta notte.» Emilia si stese sul letto pregandola di lasciare il lume acceso. Annetta si coricò accanto a lei; ma la fanciulla non poteva dormire, e le pareva sempre d'intendere qualche rumore.
Risolse di andare da sua zia a chiederle il permesso di condur seco Annetta. Nell'avvicinarsi alla galleria, udì voci di persone che parevano altercare; riconobbe ch'erano Cavignì e Verrezzi; quest'ultimo protestava di voler andare ad informar Montoni dell'insulto fattogli da Morano. Cavignì parea cercar di calmarlo.
Sicuro, ma prima voglio vedere il quadro; piglia il lume, Annetta, alzerò io il velo.» La cameriera prese il lume e fuggì precipitosamente, senza volere ascoltare Emilia, la quale, non volendo restar al buio, fu obbligata a seguirla. «Ma che cos'hai, Annetta? Cosa ti fu detto di quel quadro, che scappi quando ti prego di restare? Non ne so il motivo, e non m'han detto nulla.
Emilia volse la testa per nascondere l'emozione, e pregò Annetta di fare esatte ricerche a proposito dei prigionieri che potessero trovarsi nel castello, scongiurandola di usar prudenza, e non proferir mai nè il suo nome, nè quello di Valancourt. «Ora che ci penso, signorina,» disse Annetta, «credo che prigionieri ve ne siano.
La popolana malediva fra sè il giovane venuto a turbare la pace della sua casa; ma trascorso quasi un mese e colui non essendo ricomparso, Annetta tornò affatto tranquilla, tanto più perchè Maria aveva ripresi i suoi bei colori, l'allegria di prima. Povera donna!
La fanciulla le domandò se avesse udito riparlare del conte Morano, e se vi fosse per lui speranza di guarigione. Annetta sapeva solo che trovavasi in una capanna, e molto aggravato. Emilia non potè nascondere la commozione. «Signorina,» disse la ciarliera, «come le donne sanno ben nascondere l'amore! Io credeva che voi odiaste il conte, e mi sono ingannata.
Annetta si distingueva raccontando non solo i prodigi, ond'era stata testimone, ma anche tutto ciò che aveva immaginato nel recinto del castello di Udolfo. Non obliava la strana scomparsa della signora Laurentini, che faceva una forte impressione sull'animo degli ascoltanti.
Annetta ripetè che venivano, e fuggì. «Calmatevi, zia,» disse Emilia, «per piet
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