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Aggiornato: 31 maggio 2025


A Massimo Bagliani, zio di Ezio, oltre a un lontano rapporto di parentela lo legava un'antica amicizia fatta a Torino, quando l'uno studiava all'Accademia militare e lui attendeva agli studi di legge.

Rimirando quei luoghi, quasi sentendo d'averlo ancora allato, pregò l'anima di lui a starle vicino; e le torri brune di C..., le vette alte degli olmi che allora cingevano il borgo, il castello in rovina, le parve facessero segno di antica amicizia.

FORCA. Ho buone spalle per la villa e per la casa: tra le bastonate e le mie spalle ci è una antica amicizia, un invecchiato parentado: ci ho fatto il callo, non mi son cose nuove, mi son fatte naturali. PIRINO. Come faremo che non se ne accorga? FORCA. Aprimogli il scrittorio con il grimaldello; poi, quando gli aremo gli li restituiremo. PIRINO. Buon'arte m'insegni.

Ed ecco il tuo errore, ripresi con dolcezza. Ti sei fitto in mente che tutti gli uomini vedano attraverso la nebbia che oscura il tuo orizzonte. Ma oramai conviene che tu non dissimuli nulla a te stesso. Io non ti domando una confessione, perchè forse tu stesso non sapresti farmela; ma esigo dalla tua amicizia che tu getti uno sguardo scrutatore nell'anima tua. Molto spesso conoscere il male è guarirlo. Ora io ti domando: che hai tu fatto della tua vita? A diciotto anni ti colse desiderio viaggiare. Avresti potuto recarti nelle citt

Tal era la persona ammessa da lui alla sua confidenza, e per la quale sentiva tanta amicizia, quanto potevalo comportare il suo carattere.

In quegli ultimi giorni, come suole spesso avvenire tra uomini malvagi, il Visconti e l'Attilio avevan stretta una tal quale amicizia, e in quella sera trovavansi accanto nella gran sala del Morosini.

Nascosta dietro alla portiera, non poteva certo esser veduta: si alzò ritta sulla punta dei piedi, e con una sua mossa da monello stordito sfiorò colle labbra il volto di Anatolio, che diventò pallidissimo. Tra Giorgio Della Valle e il duca d'Eleda non c'era molta amicizia.

La principessa, che non nutriva per quell'uomo se non una sincera amicizia, senz'alcuna mischianza di passione, si fece a parlargli liberamente come a un uomo d'affari.

Damone e Pizia. Meglio, per riguardo all’origine della loro amicizia e fratellanza, Iroldo e Prasildo rievocano a mente Gisippo ateniese e Tito Quinzio Fulvo romano. Gisippo

Al camposanto di Pisa, vedendo le catene tolte dal porto pisano dai genovesi e ora restituite, pensa subito: Così i Pisani ci restituissero le catene tolteci al mille nel porto di Palermo! Nel continente si era legato con affettuosa amicizia al Prati. In Firenze aveva rivisto Ermolao Rubieri, modesto e valoroso, gi

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